Leopoli ebraica

lotJanowska era un Campo di lavoro coatto, transito e concentramento aperto dal Reich nel settembre 1941 presso la periferia nordoccidentale di Leopoli, il controllo del Campo fu affidato ai famigerati Trawnikimänner e a prigionieri di guerra sovietici volontari; nel novembre 1941 fu istituito un Ghetto presso la zona settentrionale di Leopoli, nel marzo 1942 iniziarono i trasferimenti della popolazione ebraica di Leopoli – 330.000 residenti dei quali oltre 150.000 rifugiati da altre regioni della Polonia occupata dal Reich – presso il Campo di sterminio di Bełżec.
Migliaia di essi caddero nel luglio 1941 durante i pogrom antisemiti perpetrati da militanti nazionalisti ucraini istigati dai reparti militari tedeschi; ai primi di giugno 1943 i tedeschi liquidarono il Ghetto, gli ebrei idonei al lavoro furono trasferiti a Janowska, gli altri furono deportati a Bełżec o scaraventati nel burrone Piaski a nord del Campo; il 19 novembre 1943 i prigionieri insorsero e tentarono una fuga di massa ma la maggior parte di essi fu catturata, circa 6.000 ebrei insorti furono uccisi.
Entro la fine di novembre 1943 il Campo di Janowska, teatro di inenarrabili atrocità, fu liquidato; il 26 luglio 1944 le truppe sovietiche liberarono Leopoli.
Sono pervenute poche testimonianze circa l’attività musicale presso Janowska, la gran parte di esse riguarda canti che accompagnavano a ritmo di marcia i prigionieri al lavoro coatto con il Brandmeister che marciava in testa vestito da diavolo con un gancio in mano, talora con accompagnamento strumentale di un’orchestra che in altre occasioni si esibiva in circolo intorno al direttore presso la Appelplatz del Campo (nella foto); tra i musicisti dell’orchestra di Janowska figuravano eccellenti strumentisti ebrei tra i quali il violinista e compositore Leonid Stricks, il violoncellista Leon Eber e il direttore d’orchestra e compositore Jakub Mund già direttore dell’Opera di Leopoli; quest’ultimo, su richiesta dell’autorità tedesca, arrangiò per l’orchestra di Janowska Todestango di Eduardo Bianco da eseguirsi in occasione di selezioni, fucilazioni di massa e pestaggi pubblici.
Nel 1943, poco prima che il Campo fosse liquidato, le guardie riunirono l’orchestra per un concerto finale e spararono loro mentre suonavano.
Nel 1932 lo scrittore, compositore e cantautore ebreo leopolino Emanuel Schlechter si trasferì a Varsavia, ivi divenne un rinomato cantautore e autore di cabaret, scrisse colonne sonore, sceneggiature di film, pièce satiriche sul nazionalsocialismo, canzoni popolari; la sua canzone Nie ja, nie fu tradotta in francese ed eseguita dalla celebre cantante francese Edith Piaf.
Dopo l’invasione tedesca e sovietica della Polonia, Schlechter riparò a Leopoli (allora sotto occupazione sovietica) ma nel giugno 1941, dopo l’occupazione tedesca dell’Ucraina, fu arrestato e trasferito presso il Ghetto di Leopoli e successivamente a Janowska laddove fu tra i principali artefici della vita artistica del Campo nonché organizzatore di serate letterarie.
Morì presumibilmente nel 1942 con la moglie e il figlio di pochi anni.
Il compositore e musicologo ebreo dello Oblast di Leopoli Józef Koffler, avanguardia della dodecafonia nel panorama musicale polacco, studiò dal 1921 al 1924 con Arnold Schönberg a Vienna, dal 1928 al 1941 fu docente presso il Conservatorio di Leopoli e ottenne altresì una inedita cattedra di composizione dodecafonica presso l’Accademia di Musica di Leopoli; dopo l’occupazione tedesca della città fu trasferito con sua moglie presso il Ghetto di Wieliczka ove rimase sino alla liquidazione del Ghetto avvenuta a fine agosto 1942.
Fu ucciso presumibilmente a Ojców – secondo altre fonti a Krosno – agli inizi del 1944 a seguito dei rastrellamenti degli Einsatzgruppen; molte sue opere sono andate perdute o distrutte.
I totalitarismi del secolo scorso hanno prodotto guerre, massacri, privazioni, tragedie, catastrofi umanitarie; le guerre provocate dagli scontri tra i regimi totalitari non sono errori di calcolo geopolitico ma atti pianificati di distruzione territoriale, economica, sociale, umana.
La produzione letteraria, artistica e musicale in cattività è l’unica costante dell’ingegno umano nella totale disequazione del collasso civile causato dalla Seconda Guerra Mondiale.

(Nell’immagine: Janowska, i musicisti dell’orchestra del Campo suonano in circolo nella Appelplatz)

Francesco Lotoro

(13 marzo 2019)