Setirot – Limiti
Ma che cosa ci sta succedendo? C’è un limite? E qual è? Dove si fermerà l’asticella del consentito? In Eretz sono in piena campagna elettorale, ok, ok. I toni ovviamente si alzano, ok. Adesso però il Presidente Reuven Rivlin afferma che si rifiuta «di credere ci siano partiti politici che hanno abdicato al carattere di Israele come Stato ebraico e democratico, democratico ed ebraico»; ribadisce che «Israele riconosce la totale uguaglianza di diritti per tutti i suoi cittadini». Perché lo fa? Perché all’Università ebraica di Gerusalemme ri-lancia il monito che lo ha sempre contraddistinto, ovvero «non ci sono, e non ci saranno mai, cittadini di prima classe, come non ci sono elettori di seconda classe. Siamo tutti uguali nella cabina elettorale, ebrei e arabi, cittadini dello Stato di Israele»? La risposta non è un segreto. Si riferisce all’ultima sparata del premier Benjamin Netanyahu rivolta a chi la pensa diversamente da lui e dalla sua coalizione di estrema destra. Ha detto Bibi: «Vorrei chiarire un punto che, a quanto pare, non è chiaro a persone leggermente confuse. Israele è uno Stato ebraico e democratico. Questo significa che si tratta dello Stato nazionale del solo popolo ebraico. Naturalmente rispetta i diritti individuali di tutti i cittadini – ebrei e non ebrei. Ma è lo Stato nazionale, non di tutti i suoi cittadini, ma solo del popolo ebraico». Alla faccia della Dichiarazione d’Indipendenza. Sì, lo so, la nuova, contestatissima, legge. Però c’è un limite. Anche perché aggiungi e aggiungi nefandezze e aberrazioni e prima o poi si scoppia. Un esempio? Le nuove prove sul fatto che la Rabbanut israeliana chiede il test del DNA agli ebrei “sospetti” (perché provenienti dall’ex URSS – come se invece in millenni di storia non ci siano state, certamente e ovunque, “contaminazioni”). Siamo alla limpieza de sangre. Dove è il limite?
Stefano Jesurum, giornalista