“Tajani, sul fascismo parole gravi”

“Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro Paese, poi le bonifiche. Da un punto di vista di fatti concreti realizzati, non si può dire che non abbia realizzato nulla”.
Fanno discutere le parole del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, così intervenuto ai microfoni del programma radiofonico La Zanzara. Le abbiamo fatte commentare a tre studiosi di quel periodo storico.
Afferma Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Cdec di Milano: “Ho una preoccupazione forte: che il binomio fascismo/antifascismo possa diventare uno degli argomenti di questa campagna elettorale, trasformando un tema storico in una rissa permanente”.
A meravigliare Luzzatto Voghera è il fatto che il presidente dell’Europarlamento intervenga a programmi come La Zanzara “dove chi partecipa, lo fa a suo rischio e pericolo”.
Per il direttore del Cdec non è in discussione l’antifascismo di Tajani. “Ma fa un po’ ridere – afferma – il permanere dell’idea che sotto il fascismo le costruzioni fossero ben fatte e i treni arrivassero in orario. Tutto questo, al netto della leggenda, non ha comunque nulla a che fare con il fascismo in quanto regime, ma come amministrazione. Dire che Mussolini ha fatto anche cose buone non ha quindi alcun senso”.
Amareggiata Anna Foa: “Non è la prima volta che si sentono dire certe cose, ma naturalmente fanno sempre impressione. Non liquiderei quanto accaduto come un semplice incidente di percorso”.
Per Foa le parole pronunciate non sono state casuali, ma un maldestro tentativo “per recuperare voti a destra in campagna elettorale”. Grave, aggiunge, anche per l’incarico che Tajani ricopre, “che non parli di molte cose accadute prima del 1938: anni di spietata dittatura, la soppressione del Parlamento, la soppressione delle libertà, la pratica del confino”. Tajani si definisce antifascista. Ma per la studiosa questo non è possibile “perché il fascismo mostrò il suo volto già da molto prima delle leggi razziste”.
Così Marcello Pezzetti, storico della Shoah in queste ore impegnato a Skopije per una conferenza sulla diplomazia italiana di fronte alla persecuzione organizzata con il supporto della Fondazione Museo della Shoah di Roma: “Chi ha un ruolo come quello non può parlare a caso e deve valutare ogni ripercussione di quel che dice. Non bisogna sottovalutare questo episodio, non dobbiamo considerarla una scemata”. Per Pezzetti le parole di Tajani “giustificano oggi la rinascita dei nazionalismi, perché giustificare Mussolini significa accreditare i vari piccoli novelli dittatori, da Orban a Kaczynski, che imperversano in Europa”. E quando il nazionalismo ha il vento in poppa, osserva lo studioso, “per le minoranze son sempre problemi”.

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(14 marzo 2019)