Tullia Zevi, omaggio a più voci
L’investitura è di quelle pesanti. Fu infatti Clara Sereni a lanciare la sfida a Puma Valentina Scricciolo: una biografia su Tullia Zevi, dalla gioventù in fuga dal fascismo al ritorno in patria dopo la parentesi americana, dalla carriera giornalistica all’impegno ai vertici dell’ebraismo italiano.
Una sfida diventata un libro con molte voci, pubblicato da Ali&No nella collana Le Farfalle e presentato nelle scorse ore al Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma. Clara Sereni nel frattempo non c’è più. Ma queste pagine sono un po’ anche un suo lascito.
Scrive Liliana Segre nella prefazione: “Un atto dovuto ad una personalità tanto eminente non solo della storia dell’ebraismo italiano contemporaneo, ma direi del nostro Paese nel suo insieme. Tullia è stata una protagonista della ricostruzione di un legame rinnovato, che oggi integra la ricchezza e l’articolazione dell’identità italiana. Proprio questo è stato forse il suo contributo più alto e duraturo alla storia recente di tutti noi.”
Ed è stato questo il filo delle tante testimonianze prodotte sul palco del Pitigliani e introdotte dalla direttrice Ambra Tedeschi dopo i saluti del presidente Bruno Sed e della presidente UCEI Noemi Di Segni. Prima dei ricordi, a parlare sono le immagini di una intervista del 2006 che Tullia rilasciò a Sorgente di Vita (a introdurla Emanuele Ascarelli). L’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli ricorda alcuni importanti momenti vissuti assieme, dai 50 anni di Israele festeggiati all’Arco di Tito al commosso ricordo di Yitzhak Rabin, fino alla schiena voltata al criminale nazista Erich Priebke, mentre il senatore Luigi Manconi parla del suo ruolo nel dare voce a tutte le minoranze, a farle protagoniste della società. Così anche Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che celebra il suo impegno “nello sprovincializzare dell’ebraismo italiano”. La scrittrice Lia Levi ricorda la sua particolare sensibilità di giornalista, a Shalom e all’Associazione Stampa Estera “dove era molto amata”, Micaela Procaccia la sua determinazione nel salvaguardare il patrimonio culturale ebraico italiano. Il rabbino capo Riccardo Di Segni i numerosi incontri prima della firma dell’Intesa con lo Stato, durante i quali avvertiva l’esigenza di una sponda “anche di tipo rabbinico”. Myriam Silvera, coordinatrice del Master UCEI, il periodo in cui, di fronte a episodi di antisemitismo, “sentivamo la forza della democrazia italiana”. Daniele Garrone e Yahya Pallavicini il suo prezioso contributo al Dialogo con il mondo valdese e con quello islamico.
Prospettive diverse, un pensiero comune. La signora dell’ebraismo italiano ha lasciato un segno indelebile.
a.s twitter @asmulevichmoked
(14 marzo 2019)