Casale – Storia di un crumiro rotto

“Quando Mauro ci ha proposto una presentazione dal titolo ‘Krumiri Rut’ abbiamo pensato: beh i krumiri li conosciamo, Ruth è una figura biblica. Lo mettiamo in calendario a marzo, magari attorno alla festa della donna”. Elio Carmi, vicepresidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato, scherza un po’ con Mauro Bonelli e gli altri ospiti presentando l’appuntamento di ieri in Comunità. In realtà “Krumiri Rut” è la traduzione in dialetto piemontese di Krumiri rotti ovvero la poesia che dà il titolo a una ampia raccolta di versi di Bonelli, in parte in dialetto e in parte in italiano. Una raccolta profondamente introspettiva, con cui l’autore scava nel profondo dei suoi sentimenti: l’amore per la compagna, l’affetto verso gli amici e i figli, il dolore dei lutti e persino la considerazione di se stesso, tanto da definirsi, appunto, un krumiro rotto, non proprio riuscito bene, ma comunque buono. Ma, a prescindere dall’argomento l’incontro è diventato presto uno spunto per riflettere sulla funzione della poesia contemporanea grazie anche all’intervento di Franca Ameli studiosa e appassionata di lettere e filologia.
Ruth non c’entra, tuttavia è giusto che il professor Bonelli sia in vicolo Salomone Olper, sia per il suo impegno nei confronti della cultura ebraica, sia perchè i krumiri sembrano imparentati con alcuni dolcetti tipici della cucina giudaico – piemontese che si consumano per Pesach e che, come i krumiri, non contengono lievito. Se poi aggiungiamo che in yiddish storto si dice proprio krum…
Sia come sia, quando Lodovico Bordignon di Faber Teatro ha cominciato a declamare: preciso con un filo di ironica retorica e soprattutto sempre allegro, ci si accorge presto che le poesie di Mauro sono scritte secondo le forme tradizionali della poesia italiana: sonetti, ballate, madrigali e tante citazioni da Dante, Cavalcanti, Leopardi. Franca Ameli spiega: “Vengono in mente le considerazioni di Montale nel discorso del Nobel sull’utilità della poesia a sulla necessità di avvicinarsi alla cultura di massa”. Ma Bonelli ha già dimostrato che la poesia può conciliare linguaggio aulico con contenuti quotidiani e naturalmente avere anche una funzione civile visto che i suoi poemi “Alla mia bambina davanti alla Sala della Shoah dell’Imperial War Museum” e “Le virtù” hanno già coinvolto centinaia di persone.
Qui il registro spesso è un altro. Non mancano i momenti di commozione, ma anche di puro divertimento, specie nelle poesie dedicate alle scampagnate ciclistiche con gli amici e poi c’è segnaliamo una perla di “amore di nonno”, dal titolo “Banzai Juna Chan”, in dialetto piemontese. È dedicata alla nipotina Juna, mezza monferrina, mezza giapponese e cittadina britannica, ma che si comporta appunto come tutti i bambini del mondo anche se forse con un pizzico di determinazione nipponica in più.
E per concludere il pomeriggio non potevano che uscire dalla cucina i Krumiri su un grande vassoio in cui il pubblico faceva a gara per trovare quelli rotti!

(18 marzo 2019)