Informazione – International Edition
Purim, le antiche usanze italiane

Una grande rappresentazione teatrale, che attirava spettatori da tutta la città, e la secolare usanza di mascherarsi, specialmente per le donne protagoniste delle celebrazioni in ricordo della regina Ester. Nella rubrica Italics dell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition è proposto un articolo del magazine online Aish che approfondisce la storia del Ghetto di Venezia con un’attenzione particolare a quanto avveniva durante la festa ebraica di Purim che cade nei prossimi giorni, quando banchetti, spettacoli e feste richiamavano anche tanti cittadini cristiani. Da alcune testimonianze risalenti al XVI-XVII secolo, le donne avevano un ruolo di primo piano nei festeggiamenti, un particolare significativo in un’epoca in cui la condizione femminile era di generale subalternità.
Una straordinaria testimonianza della vita ebraica della penisola risalenti a mille anni prima arriva invece dalle catacombe della piccola città di Venosa in Basilicata, visitata la scorsa settimana dal Ministro della Cultura Alberto Bonisoli, che ne ha sottolineato l’immenso potenziale.
Sulla newsletter di Pagine Ebraiche dedicata a un pubblico internazionale anche la manifestazione di solidarietà rivolti dagli ebrei italiani alla comunità islamica dopo i terribili attentati contro due moschee in Nuova Zelanda. “Quando un qualsiasi luogo di culto viene colpito è l’intera società civile ad essere in pericolo” ha dichiarato tra l’altro la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
Ancora la nomina di nuovi Giusti da parte dell’Associazione Gariwo – Giardino dei Giusti, che offre un riconoscimento a coloro che a ogni latitudine hanno rischiato la propria vita per salvare quella altrui: premiati quest’anno Istvan Bibò, Simone Veil, Wangari Maathai e Denis Mukwege (a tradurre l’articolo in lingua inglese Rachele Ferin e Claudia Azzalini, studentesse della Scuola traduzione e interpreti di Trieste che stanno svolgendo il tirocinio nella redazione giornalistica dell’UCEI).
Da Israele, Daniela Fubini nel suo Double Life racconta i momenti di paura per i razzi sparati da Gaza verso Tel Aviv, mettendo però in luce un particolare importante: la necessità di una corretta copertura giornalistica evitando di utilizzare immagini di repertorio che possono confondere le idee.
Infine, in Bechol Lashon, questa settimana in lingua francese, una riflessione dello storico Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano dedicata ad alcuni eventi capitati proprio a Parigi: durante una conferenza internazionale sulla nuova storiografia polacca relativa agli studi sull’Olocausto, un gruppo vicino al governo di Varsavia ha disturbato lo svolgimento dei lavori. “In quell’occasione alcuni studiosi vengono apertamente accusati di essere bugiardi e si sentono espressioni di aperto antisemitismo come ‘sporco ebreo’ e simili. Il terzo tempo è ancora più preoccupante: il Polish Center for Holocaust Research, che aveva partecipato con suoi ricercatori alla conferenza, denuncia che la televisione di stato polacca in prima serata ha direttamente accusato la conferenza parigina definendola il ‘festival delle bugie anti-polacche’. La dinamica è evidente è si va diffondendo in tutta Europa (non solo in relazione al caso polacco) e va fermata con decise azioni politiche. Quando la libertà di ricerca è conculcata sulla base di proclami politici faziosi e infondati, basati sulla propaganda e sull’uso pubblico distorto della storia, ci si inoltra in un piano inclinato lungo il quale a breve non sarà più possibile intervenire, condannando la nostra società a una riedizione aggiornata di un totalitarismo che non saremo in grado di combattere” (la traduzione in francese è di Sara Facelli e Beatrice Bandini).

rt

(18 marzo 2019)