Oltremare – Purim
Noi ebrei italiani siamo abituati a musiche sinagogali magari un po’ impegnative per l’ascoltatore, ma di certo molto belle, piene di melodia e di doppie voci, e magari diamo per scontato che in tutto il mondo gli ebrei cantino con scale da cantanti d’opera e cori (una volta di più, oggi veramente quasi scomparsi) allenatissimi e affiatatissimi. Ecco, no, non è così. In Israele per sentire buona chazanut, musiche sinagogali appunto, si va a concerti, di solito prima delle Feste Ebraiche autunnali. Per il resto, ogni minyan o tempio ha una sua tradizione, più o meno canterina, ma niente al confronto di certe ugole italiche di cui ho memoria chiarissima e come si capisce qui, un filo nostalgica. C’è una sola festa nella quale non importa quanto intonato sia il chazan, basta che abbia una voce forte e possibilmente una claque all’opposto, da usare per far tacere il pubblico imbizzarrito, ed è Purim. La domanda che ricorre in questi giorni in Israele, sui social e fra amici è “conosci un tempio in cui si riesce a sentire la Megillat Ester”? E il pubblico israeliano si divide fra quelli che, anche adulti fatti e finiti, ululano come forsennati, sbattono i piedi, e maltrattano raganelle fino allo sfinimento a ogni menzione del malvagio Amman durante la lettura, e quelli che davvero vorrebbero solo sentirsi raccontare ancora una volta la storia, per poi tornare a casa con la sicurezza che anche stavolta Amman lo abbiamo impiccato e con lui tutta la sua malvagia famiglia, e liberi tutti. Se un tempio vuole fare cassa per tutto l’anno, venda i posti al tempio non per Rosh Ha Shanah e Kippur, ma per Purim, assicurando una lettura calma e la possibilità di ascoltare davvero tutte le parole della storia di Ester, un fior fior di storia, fra l’altro. Da consigliare soprattutto agli scalmanati ululanti che probabilmente non l’hanno mai davvero ascoltata.
Daniela Fubini
(18 marzo 2019)