La mossa di Trump
“Dopo 52 anni, per gli Stati Uniti è arrivato il momento di riconoscere formalmente la sovranità di Israele sulle Alture del Golan, che è un luogo di importanza strategica per la sicurezza dello Stato di Israele e per la stabilità regionale”. Il tweet di Donald Trump rappresenta una svolta significativa, un diverso posizionamento statunitense che per molti analisti è anche un assist decisivo al premier Benjamin Netanyahu in vista delle elezioni.
Per il Corriere è “un passaggio che si presta a due chiavi di lettura”. E quindi anche come naturale sviluppo di una strategia “che premia la linea dura coltivata da una parte della comunità ebraica americana: dall’ambasciata trasferita a Gerusalemme, all’accusa di antisemitismo contro la deputata democratica e musulmana Ilhan Omar”. Sottolinea La Stampa: “Il colpo di scena è stato preparato dalla visita sulle Alture del senatore repubblicano Lindsey Graham, e poi dall’arrivo del Segretario di Stato Mike Pompeo”.
Anshel Pfeffer, biografo di Netanyahu, in una intervista a Repubblica sostiene che il tweet di Trump avrà un peso rilevante nell’urna: “L’annessione del Golan – spiega il giornalista – è una questione su cui il consenso è larghissimo nel pubblico israeliano. Nessuno si sognerebbe di restituire le alture, militarmente strategiche, dopo anni di guerra civile siriana e mentre la milizia libanese Hezbollah si allarga reclutando combattenti anche da quel lato della frontiera”.
Si annuncia un sabato di grande tensione a Prato, dove a 100 anni dalla fondazione del fascismo è stato autorizzato un corteo promosso da Forza Nuova (cui risponderà, a poche centinaia di metri, una manifestazione antifascista). A scandire la vigilia del corteo di estrema destra, segnala il Corriere Fiorentino, “le svastiche disegnate sulle sedi pratesi di Anpi e Pd, assieme alla propaganda sui social network”.
Il dorso milanese del Giornale parla delle elezioni comunitarie in programma a maggio, presentando gli schieramenti e dando per favorita la lista Wellcommunity guidata da Raffaele Besso. Tra i temi di cui si parla nell’articolo, i rapporti con le forze politiche di destra. ”È noto – si legge nell’articolo – che Besso è da sempre amico del governatore Attilio Fontana, ma d’altra parte la Lega è oggi considerata uno dei partiti più filoisraeliani e anche l’avversario di Besso, Hasbani, non disdegna video e interventi puramente politici di Matteo Salvini o della leader di Fdi Giorgia Meloni, tanto da condividerli su Facebook”.
Un libro per smontare le tante idiozie che circolano sul fascismo, spesso sdoganate da politici di primo piano. “Mussolini ha fatto anche cose buone”, di Francesco Filippi, si candida a libro del momento. A scriverne, sulla Stampa, è lo storico Amedeo Osti Guerrazzi. Che del libro di Filippi dice: “Un testo efficace, che ripercorre tutte le leggende sul fascismo ‘buono’ e Mussolini ‘ottimo amministratore’. L’economia, la politica interna, la politica estera, le leggi razziali e la guerra vengono smantellate dall’autore sulla base della storiografia scientifica e di ricerche originali”.
“Il profitto rende liberi”. Questa la pessima battuta dell’amministratore delegato di Volkswagen durante una riunione. “Inaccettabile non soltanto per un tedesco – scrive Repubblica – ma anche per un manager di un’azienda fondata per regalare ad Adolf Hitler la sua macchina del popolo, la Volkswagen, appunto”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(22 marzo 2019)