Nuova Zelanda, attentati a moschee
la mobilitazione del mondo ebraico
“Come ebrei, come esseri umani, sentiamo di dover far qualcosa per i familiari delle vittime e per tutta la comunità islamica neozelandese colpita dal terrorismo”. A due settimane dagli attentati suprematisti nelle moschee di Christchurch, il mondo ebraico continua a mobilitarsi. E oltre alle parole di solidarietà espresse a tutti i livelli, ha scelto di intervenire con una raccolta fondi promossa dall’American Jewish Committee insieme alla rappresentanza ebraica locale.
“La risposta ai trafficanti di odio che colpiscono persino nei luoghi di culto – ha detto nelle scorse ore David Harris, direttore esecutivo di Ajc – non possono che essere l’unità, la solidarietà, le braccia tese contro il male”.
Nelle sue parole la riconoscenza è andata anche a quanti, negli scorsi mesi, si sono mobilitati con iniziative di solidarietà per le vittime dell’attentato alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh. “Ci sentiamo in dovere di venire in aiuto alla comunità islamica, con la stessa intensità con cui il mondo ebraico è stato sostenuto soltanto pochi mesi fa da persone di tutto il mondo di molte fedi”. A tal proposito Harris ha ricordato “l’immediato e travolgente sostegno ricevuto dai nostri fratelli e dalle nostre sorelle musulmane a Pittsburgh”.
Stephen Goodman, presidente degli ebrei neozelandesi, si è detto lieto di questa collaborazione. “Il Consiglio ebraico della Nuova Zelanda – ha affermato – lavorerà a stretto contatto con le organizzazioni musulmane per garantire che i fondi raccolti vengano usati in modo appropriato per soddisfare sia i bisogni immediati sia i bisogni a lungo termine. La nostra speranza è che ciò ci avvicini tutti a una migliore comprensione reciproca in un ambiente e in un paese in cui tutti possiamo vivere in pace”.
(27 marzo 2019)