Da Auschwitz alla Calabria a Roma,
la Testimone sepolta
nel cimitero ebraico
A oltre 20 anni dalla morte, troverà sepoltura in un cimitero ebraico come aveva esplicitamente richiesto. Nata a Roma nel 1923, arrestata e deportata ad Auschwitz assieme ai suoi cari, la Testimone della Shoah Ernesta Mieli aveva scelto di rifarsi una vita in Calabria. Lei, l’unica a sopravvivere di quel nucleo familiare devastato dalle persecuzioni nazifasciste.
Mancata nel 1997, Ernesta era stata sepolta nel cimitero di Delianuova in provincia di Reggio Calabria. E, seguendo il destino di altre persone che là riposano, i suoi resti a breve sarebbero dovuti finire in un loculo. Una forma di sepoltura che è però contraria alle prescrizioni ebraiche, che prevedono la sepoltura a terra.
Una possibilità scongiurata grazie all’impegno di alcuni volontari coordinati da Roque Pugliese, Consigliere della Comunità ebraica di Napoli e referente per la Calabria, che nelle scorse ore hanno trasportato i resti della donna nella Capitale dove stamane, nel cimitero di Prima Porta, si è svolta l’inumazione. E in particolare Davide e Ginevra Scibilia, arrivati in Calabria da Catania. E Daniel Di Porto, che invece ha raggiunto Delianuova da Roma.
Finalmente per Ernesta si è potuto recitare il Kaddish, la preghiera per i morti. “Una grande mitzvà” sottolinea rav Gadi Piperno, coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano.
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(27 marzo 2019)