“Meloni, parole aberranti”

rassContinua a tener banco l’oscena etichetta di “usuraio” attribuita dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni al filantropo ungherese George Soros, da tempo nel mirino della peggior feccia antisemita per le sue iniziative contro il razzismo e per la difesa dei valori comuni europei.
“Una definizione aberrante, quella dell’onorevole Meloni, che richiama il peggior complottismo antiebraico su cui si sono basati i più feroci regimi della storia nel corso dei secoli. È grave che si soffi in questo modo sul pregiudizio facendo leva sui peggiori istinti di una parte dell’elettorato” sottolinea la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

Le pagine fiorentine di Repubblica ospitano una lettera di Daniela Misul, presidente della Comunità ebraica locale, sugli insulti antisemiti a Gad Lerner nel corso del raduno dell’estrema destra a Prato. Scrive Misul: “Ci appelliamo a tutti i cittadini che credono nella democrazia affinché facciano sentire la loro voce nel condannare queste manifestazioni e confidiamo che le istituzioni non permettano più, in nome di una falsa libertà di espressione, che vengano violati i principi fondanti della nostra Costituzione”.

Su Repubblica il bilancio di un anno alla presidenza dell’Unar da parte di Luigi Manconi: “II mio mandato – afferma l’ex senatore – si è concluso sabato 23 marzo, ho chiuso la porta e, diciamo così, chi s’è visto s’è visto. E questo al termine di un’intera settimana dedicata alla mobilitazione contro le discriminazioni di natura etnico-razziale. A queste manifestazioni non ha preso parte un solo rappresentante del governo”. Per Manconi, in questi dodici mesi di guida dell’Unar, il governo è stato “indifferente o insofferente”. E si sarebbe palesato solo in occasione della ricorrenza della Dichiarazione universale dei diritti umani con Giovanni Maria Flick e Liliana Segre.

Prato, in queste stesse ore, fa parlare per un altro caso. E cioè la decisione dell’autore Fabio Panerai di non partecipare al festival Mediterraneo Downtown. Come spiega al Foglio, a farlo propendere per un passo indietro sarà la presenza di Manal Tamimi, madre della diciassettenne Ahed “famosa per aver schiaffeggiato due soldati israeliani”. La madre, in questi anni, si è distinta per posizioni chiaramente antisemite. “Nel 2015 – si legge – ha twittato una vignetta poi cancellata in cui si vede un ebreo dalle sembianze di un caprone, con tanto di stella di David sul deretano, che viene frustato da un nazista. Per Manal Tamimi lo Yom Kippur, il giorno dell’Espiazione, è il giorno in cui il vampiro sionista festeggia bevendo sangue palestinese”.

Interesse in calo sui quotidiani per quanto sta accadendo tra Israele e i terroristi di Hamas. Il Messaggero parla comunque di Eurovision a rischio (la competizione è in programma a Tel Aviv a metà maggio). “Si va avanti – si legge – ma il quotidiano Haaretz lamenta problemi di sicurezza non risolti e uno scaricabarile fra organizzazione e Ministero preposto”.
Sempre a proposito di Israele, Tuttosport fa il punto sull’eredità del Giro d’Italia partito lo scorso anno da Gerusalemme e sulle ambizioni della Israel Cycling Academy, che presto inaugurerà una scuola di formazione per giovani talenti nel nome di Gino Bartali e punta a partecipare al Tour de France del 2020.

Il Quotidiano Nazionale dedica uno speciale approfondimento al razzismo nel calcio, facendo parlare diversi protagonisti del mondo del pallone. “Più coraggio e idee chiare: nei nostri stadi va colpito chi sbaglia” scrive tra gli altri Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori.

Sul Corriere si presenta Norimberga. Il male sotto accusa, la prima uscita della serie “I grandi processi della storia”. Il libro sarà disponibile in omaggio venerdì 29.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(27 marzo 2019)