JCiak – Notorious RBG
In America Ruth Bader Ginsburg è un mito. A 86 anni, la seconda donna nominata giudice della Corte suprema fa ormai parte dell’immaginario collettivo. A lei sono dedicati blog, libri, documentari, imitazioni nei programmi di prima serata, magliette, tazze e spilline. Questa signora minuscola e sferzante – capace di appassionare i più giovani che l’hanno soprannominata Notorious RBG (dal rapper Notorious BIG) – è una delle persone più influenti del nostro tempo e uno degli ultimi baluardi di resistenza democratica in un’America sempre più conservatrice. Arrivare fin qui è stata però un’impresa su cui pochi avrebbero scommesso, come ci racconta Una giusta causa, con Felicity Jones e Armie Hammer. Oggi nelle sale, il film ripercorre l’ascesa di Ruth Bader Ginsburg alla Corte suprema dall’ammissione a Harvard, allora baluardo di maschilismo, alla disperata battaglia per trovare lavoro in uno studio legale.
Diretto da Mimi Leder (The Peacemaker, Deep Impact) e scritto dal nipote di Ruth Bader Ginsburg, Una giusta causa ricostruisce la battaglia del futuro giudice per la parità dei sessi e il profondo legame con il marito che, ha sempre sostenuto lei, è stato uno dei segreti del suo successo. Il film si apre con l’ammissione nel 1956 a Harvard, dove è una delle nove donne accettate al corso di legge e – nell’opinione del preside – “occupa il posto che poteva andare a un uomo”.
Il maschilismo che allora impregna il sistema fa sì che dopo la laurea venga rifiutata da tutti gli studi legali. Non a caso, sarà proprio un caso di discriminazione di genere (al tempo gli Stati Uniti vantano ben 178 leggi discriminanti) a lanciare la sua carriera portandola a rivestire un ruolo di primo piano nel sistema giudiziario e nella sensibilità pubblica.
Una giusta causa rintraccia i suoi primi passi, le frustrazioni di una battaglia che sembra destinata alla sconfitta, la solitudine dell’essere donna in un mondo dominato dagli uomini, gli alti e bassi della vita domestica, l’indomabile energia. È uno di quei biopic da cui si esce sapendone di più ma senza grandi folgorazioni, un film onesto ma trattenuto.
Per quelle, meglio ripiegare su RBG (2018), il documentario diretto da Betsy West e Julie Cohen nominato agli Oscar, che ci restituisce questa straordinaria figura di donna nella sua complessità – dalla sfolgorante bellezza alla passione per l’opera (che spesso frequentava con il giudice Scalia), dalla civetteria degli elaborati collari con cui ingentilisce la toga ai celebri dissensi, dall’amore per il marito alle candele di Shabbat.
Daniela Gross
(28 marzo 2019)