“Calcio, la sfida di unire”
Pochi minuti dopo essere atterrati erano già pronti, indossate le divise sociali, a scendere in campo contro una squadra giovanile romana. Un sano agonismo che da tempo la dirigenza del Roma Club Gerusalemme ha scelto di veicolare facendo di questa squadra un modello di integrazione e inclusione senza frontiere.
Valori che sono ben rappresentati dalla compagine di 30 ragazzi arrivata oggi a Roma, con in agenda fino a giovedì mattina un fitto calendario di incontri e tornei calcistici. Tra i trenta infatti ci sono atleti di più identità e appartenenze religiose: otto i ragazzi arabi presenti e otto quelli di origine etiope. Storie e provenienze diverse, accumunate da un pallone che rotola.
“È questa, da sempre, la nostra prerogativa” sottolinea Samuel Giannetti, che guida la delegazione in queste cinque giornate italiane. Oltre agli appuntamenti di tipo più strettamente agonistico, con un confronto molto atteso con la squadra del 2005 della Roma, sono previsti incontri in Senato, in Federcalcio, con la Comunità ebraica e con la dirigenza della squadra giallorossa.
“L’occasione – spiega Giannetti – per studiare nuove e ancor più significative forme di collaborazione”.
(31 marzo 2019)