Sorridere, una lezione ebraica
Saluto ricorrente tra i professionisti del libro per bambini, “ci si vede a Bologna” è un classico, declinato in tante lingue quanti sono i paesi che ogni anno si ritrovano alla Bologna Children’s Book Fair, il segno di quanto si tratti di un appuntamento irrinunciabile, il luogo in cui ritrovarsi un anno dopo l’altro da oltre mezzo secolo, un must per chi lavora nel campo dell’editoria per bambini e ragazzi. All’appuntamento (che si aprirà domani) è dedicato una nuova edizione del dossier “Leggere per crescere” curato da Ada Treves, su Pagine Ebraiche di aprile in distribuzione.
Con i suoi oltre 26 mila visitatori, la Bologna Children’s Book Fair riesce a concentrare in quattro folli e meravigliose giornate un pubblico appassionato di professionisti – la fiera non è aperta al pubblico – un punto di riferimento per editori, autori, illustratori, agenti letterari, distributori, insegnanti, traduttori e per tutte le figure che operano nel mondo dei contenuti per l’infanzia. Creatività, con il famoso muro dove gli illustratori mettono in mostra il loro lavoro sperando di essere notati – e business, con l’evento più importante a livello mondiale per lo scambio dei diritti editoriali, si mescolano e si rafforzano reciprocamente. Passione e senso per gli affari, mix unico che ha permesso all’editoria per ragazzi di reggere alla crisi. L’ospite d’onore, la Svizzera, porta i suoi artisti migliori, tra cui Hannes Binder, uno dei massimi esponenti dell’illustrazione europea. Non noto come il grande Tomi Ungerer, cui il dossier dedica due pagine, ma capace di estrarre il bianco dal nero, la luce dal buio. E come non dedicare ampio spazio all’inconfondibile colore blu di Globi, mezzo uomo e mezzo pappagallo? Personaggio pensato inizialmente come figura pubblicitaria della catena di negozi Globus, entrato con le sue storie a fumetti oltre ottant’anni fa nei salotti e nelle camerette dei bambini svizzeri, non solo non ne è più uscito, ma è diventato una sorta di ambasciatore della democrazia, capace di fare da ponte tra un concetto astratto e difficile e i bambini. Creatura nata grazie all’arte di Edith Oppenheim-Jonas, artista e pittrice che durante gli anni bui della guerra tanto si impegnò in quella stagione a creare lavori grafici e giochi di carta che potessero arrivare rapidamente e senza problemi a un’intera generazione di bambini su cui si estendeva l’ombra cupa della guerra e della paura.
Una storia che abbiamo voluto raccontare anche nelle pagine del giornale ebraico per bambini, DafDaf, che tanto spazio dedica questo mese alla Fiera internazionale del libro per bambini di Bologna e alla Svizzera. La conferma di una delle grandi lezioni ebraiche: il grande viaggio e il vero onore, l’autentico eroismo e il coraggio più difficile restano l’arte di prendersi sul serio solo fino a un certo punto. E di affrontare la vita quotidiana con un sorriso.
Dossier Leggere per crescere – Pagine Ebraiche aprile 2019
(31 marzo 2019)