International Edition
Meis, debutta il Rinascimento

Schermata 2019-04-01 alle 14.56.45Una mostra per raccontare una pagina importante della storia d’Italia, vista con gli occhi della presenza ebraica. L’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition apre con la notizia della prossima inaugurazione de “Il Rinascimento parla ebraico” al Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara che avverrà il prossimo 12 aprile.
“L’esposizione affronta uno dei periodi cruciali della storia culturale della Penisola, decisivo per la formazione dell’identità italiana, svelandoci un aspetto del tutto originale, quale la presenza degli ebrei e il fecondo dialogo culturale con la cultura cristiana di maggioranza” si legge nella presentazione della rassegna, curata da Giulio Busi e Silvana Greco, che rimarrà aperta fino al 15 settembre 2019.

Anche la rubrica Italics si concentra sulla profonda influenza che l’ebraismo italiano ha esercito sulla cultura ebraica e non attraverso i secoli, proponendo un articolo della Jewish Telegraphic Agency su Azariah De’ Rossi, studioso ebreo originario proprio di Ferrara che partendo dall’esperienza del grave terremoto che colpì la sua città nel 1570 scrisse un’opera “La luce degli occhi”, che rifletteva la volontà di combinare il sapere halakhico e della tradizione ebraica con quello scientifico e culturale generale, principi che divennero molti secoli dopo la base dell’ebraismo modern-Orthodox.

Sulla newsletter dedicata ai lettori internazionali anche il resoconto di una commovente giornata a Fiume che ha visto le sorelle Andra e Tatiana Bucci, originarie della città un tempo italiana e oggi croata, tornare al portone dove vivevano per la posa delle Pietre d’Inciampo in ricordo dei familiari uccisi nei campi di sterminio nazista. Si è ufficialmente insediato negli scorsi giorni il comitato per gli eventi legati al centenario dalla nascita di Primo Levi: a guidarlo sarà il presidente della Comunità ebraica di Torino, della Fondazione Beni culturali ebraici italiani e del Meis Dario Disegni (a firmare la versione in lingua inglese Simone Simonazzi, studente della Scuola traduttori e interpreti di Trieste che sta svolgendo il tirocinio nella redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).

È lo spagnolo la lingua settimanale di Bechol Lashon: un pensiero del rabbino Michael Ascoli ispirato alla campagna elettorale e alla necessità di mantenere la propria rettitudine nel cercare di prevalere (traduttrice Arianna Mercuriali).

Infine il docente dell’Università di Bar Ilan Yaakov Mascetti propone una riflessione sulla dimensione sociale della festività di Pesach: “Quando il Faraone non ascolta, e riesce solo a parlare, ignorando il messaggio divino riportato da Mosè e Aronne, Pesach viene a insegnarci ad ascoltare – ascoltare le persone, coloro che sono intorno a noi, ascoltare la nostra interiorità e cercare di evadere da un’esteriorità costretta come una prigione. Pesach è abbracciare il debole, stabilire una comunicazione con l’inascoltato, e la necessità di rinunciare ai mormorii in forma di monologo. In un dialogo redento, entrambe le parti sussurrano pensieri e accettano il cambiamento costante delle cose come funzionale all’interazione e all’approvazione, accogliendo lo spaventoso senso di perdita che il consenso alle parole dell’interlocutore porta con sé, e rassicurando ‘l’altro’ che in questa notte, in questa specifica notte, che è diversa da tutte le altre notti, accoglieremo la sua differenza”.

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