Analfabetismo funzionale

Fra i neologismi del vocabolario Zingarelli 2019 troviamo “analfabetismo funzionale”, ossia la condizione di chi, pur non essendo analfabeta, non sa comprendere o redigere un testo minimamente complesso. In pratica si è in grado di leggere, ma non di capire veramente. E le percentuali lasciano basiti, trattandosi di fasce enormi della popolazione. Il fenomeno non è nuovo, viene studiato già da molti anni, ultimamente anche in relazione al dilagare delle “fake news”. Chiaramente vi è chi lo sfrutta ad arte: una persona funzionalmente analfabeta è manipolabile con estrema facilità.
Non si può sapere sempre tutto: i nostri Maestri, con una sana dose di autoironia, stabiliscono che si esce dall’obbligo di leggere la Meghillà anche senza capire ogni dettaglio, perché ad esempio, “forse che noi sappiamo cosa vuol dire l’espressione ‘ha-achashteranìm benè ha-ramakhìm’ (Ester 8.10)?” Si parla di animali, ma nemmeno i Saggi, sanno con certezza quale sia l’esatto significato del verso (v. TB Meghillà 18a). Però in genere i Maestri richiedono che si capisca, e che ci si sforzi di comprendere, perfino laddove questa comprensione non abbia dei risvolti pratici. In più occasioni il Talmud si trova infatti a rispondere alla domanda “che differenza pratica fa?” Come a dire: “La regola è così, che ti importa sapere come e perché?” E la risposta è: importa eccome. “Lo studio della Ghemarà dovrebbe forse essere come una canzonetta”, potrebbe mai bastare conoscere il testo senza davvero capirlo?

Michael Ascoli, rabbino

(2 aprile 2019)