La sanatoria per i razzisti

CalimaniSe chi sta al governo rende candidabile chi ha commesso reati di apologia del fascismo e di discriminazione razziale, significa che d’ora in poi apologia del fascismo e discriminazione razziale non saranno più considerati reati. Sembra lapalissiano. Quindi, continuerà (per quanto tempo?) a esserci una legge – la legge Mancino del 1993 – che considera certi atteggiamenti dei crimini, ma che non potrà più essere di fatto applicata. Vanificata da una sanatoria. Una prassi assai comoda: tu commetti un reato sapendo di commetterlo, ma sai che immediatamente una politica simpatizzante ti assolverà con un emendamento. Un po’ come ammazzare uno che sta entrando nel giardino di casa tua per rubare e poi essere assolti per legittima difesa.
Certo è che c’è motivo di preoccuparsi se, d’ora in poi, la propaganda fascista e la discriminazione razziale entreranno a far parte di diritto del nostro discorso politico e della nostra vita civile.
Eppure, c’è chi continua a negare che il fascismo stia ritornando prepotentemente all’attenzione e all’apprezzamento di questi nostri giorni infausti. Viviamo un’epoca in cui i valori vengono a uno a uno ribaltati. Il crimine fra un po’ non sarà essere fascisti e comportarsi da fascisti, ma rappresentare il fascismo a testa in giù. E si potrà sempre aggiungere un bel ‘E Stalin allora? e le foibe? e le malefatte dei partigiani?’
La revisione storica prosegue tranquilla per la sua strada, tutta in discesa. Anche Hitler e Mussolini hanno fatto cose buone.

Dario Calimani, Università di Venezia

(2 aprile 2019)