Qui Roma – La mostra di Ortona
“Salvo grazie ai tranvieri Atac”

“Ahò, guarda ‘sto ragazzino. Daje ‘na mano…è ebreo”. Roma, autunno 1943. Quarantotto ore di ordinario eroismo sui mezzi dell’Atac. I tranvieri che, innescando una catena di solidarietà a ogni cambio di turno, permettono a un giovane ebreo scampato alla retata del 16 ottobre di mettersi in salvo dai nazifascisti. Quel ragazzino è Emanuele Di Porto e la sua storia, già protagonista sul piccolo e grande schermo, è diventata adesso anche una mostra ricca colore. Merito dell’artista Giorgio Ortona, che con la sua personale “Emanuele salvato dall’Atac” inaugurata stamane al Polo Museale Atac di via Bartolomeo Bossi ha reso omaggio, con un tratto poetico e incisivo, a questa bella storia collettiva di altruismo.
Ad inaugurare la mostra, che sarà ospitata fino all’otto aprile ed è stata realizzata in collaborazione con il Benè Berith di Roma, è stato lo stesso artista insieme ad Emanuele Di Porto, che ha ricostruito con lucidità quelle ore di angoscia, Federico Ascarelli, che da presidente del Benè Berith ha ricordato quanto sia oggi fondamentale difendere una Memoria il più possibile viva e partecipata, i curatori Letizia Leone e Giorgio Linguaglossa.
Una ventina i dipinti ad olio su tela e su tavola che caratterizzano l’allestimento. Tra i quadri esposti, oltre ai ritratti di Emanuele, alcuni paesaggi urbani, palazzine davanti alle fermate degli autobus e visioni dall’alto della città di Roma, intitolate “Nuove mappe della metropolitana”.
Per l’artista, che in passato è stato protagonista alla Biennale di Venezia nel Padiglione Italia e vanta all’attivo diverse prestigiose mostre, un riuscito esordio a confronto con il tema della Memoria.

(2 aprile 2019)