“Circoncisione rituale,
servono competenze”
“L’aumento dei casi in cui la circoncisione ha provocato serie e terribili conseguenze è dovuto al fatto che questa pratica, diffusa in diverse tradizioni religiose e culture, è stata effettuata da personaggi privi delle competenze necessarie, spesso provenienti da paesi stranieri”.
È quanto afferma il rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di Segni, commentando la morte di un neonato nigeriano sottoposto in modo clandestino a circoncisione nella sua casa di Genova. Ultimo di una serie di drammatici episodi che hanno fatto parlare la stampa nazionale.
“Da parte nostra – prosegue il rav – riteniamo imprescindibile che la questione delle circoncisioni rituali vada regolata per garantire e coniugare il diritto religioso e il diritto alla salute del bambino. Le comunità ebraiche praticano la circoncisione da millenni in Italia nel rispetto delle regole di tutela della vita e della salute dei bambini. Questo perché la tradizione ebraica impone che la circoncisione debba essere effettuata solo da personale qualificato e riconosciuto dalle autorità rabbiniche”.
Il rabbino capo sottolinea ancora: “Siamo autoregolamentati nel pieno rispetto della legge e della incolumità dei neonati. Non chiediamo sovvenzioni pubbliche per l’esecuzione dei nostri riti. Mettiamo volentieri a disposizione dei legislatori la nostra esperienza e riteniamo che le decisioni opportune debbano essere condivise con le autorità religiose evitando iniziative che potrebbero produrre l’effetto contrario aumentando i fenomeni clandestini e incontrollati”.
(3 aprile 2019)