Tomi Ungerer, molte vite
per un artista
“Addio, mio grande Tomi. Mio padre, mio esempio, mio maestro da sempre.
Non pensavo potessi farlo. Perdona la banalità di queste parole. La mia tristezza è infinita. Ti voglio bene”.
Sono le parole con cui un’altra grande illustratrice, Beatrice Alemagna, ha voluto salutare il disegnatore e scrittore francese di lingua tedesca Tomi Ungerer, gigante dell’illustrazione dei libri per l’infanzia da poco scomparso. Insignito di prestigiosi riconoscimenti internazionali: l’Hans Christian Andersen Prize for Children’s Literature, nel 1998, il Premio Hans Christian Andersen come miglior illustratore nel 2002, oltre al National Prize for Graphic Arts France, 1995, e lo European Prize for Culture nel 1999. Inoltre nel 1990 aveva ricevuto la Legion d’onore della Repubblica francese, seguita dal titolo di Officier de la Legion d’Honneur, nel 2000 e dal titolo di Commandeur de la Legion d’Honneur.
Nato in Alsazia nel 1931, la vita di Tomi Ungerer non ebbe un inizio facile, l’infanzia durante il nazismo fece forse nascere un prematuro e fortissimo istinto di conservazione della libertà come valore assoluto, e non fu poi certamente uno studente modello: venne allontanato dalla scuola di arti decorative dopo un solo anno e si mise a viaggiare in autostop per l’Europa, lavorando qua e là come decoratore di vetrine. Una curiosa coincidenza: anche Maurice Sendak aveva sbarcato il lunario allestendo vetrine, di giocattoli per i magazzini Schwarz, sulla 5° strada.
Solo dopo il 1956, anno in cui si trasferì a New York, Ungerer iniziò a pubblicare i suoi primi libri illustrati: furono le storie dei Mellops, una famiglia di suini.
Noto soprattutto per i suoi amatissimi libri per bambini – oltre 140, e anche in italiano ne sono stati tradotti diversi, impossibile non citare almeno i più noti, da Otto. Autobiografia di un orsacchiotto, a L’apprendista stregone, Tremolo, Crictor, Lo strano animale del signor Racine, Flix, Il gigante di Zeralda, Il cappello, I tre briganti (da cui è stato tratto un lungometraggio d’animazione intitolato “Tiffany e i tre briganti”) La nuvola blu, L’uomo della luna, Le avventure dei Mellops, Allumette: una piccola fiammiferaia, ma anche Rufus, il pipistrello colorato, Niente baci per la mamma, Adelaide, il canguro volante, Orlando e Babbo Sgnak e le sue strane storie preferite – è stato anche uno dei più grandi illustratori satirici contemporanei, apprezzato in tutto il mondo per il suo impegno in mille battaglie politiche e sociali. Un’opera immensa, stimata in circa 40mila disegni, raccolta in gran parte dal museo che gli ha dedicato la sua città natale, Strasburgo, che raccoglie anche le sue collezioni di illustrazione, di giocattoli – oltre seimila – e gran parte della sua biblioteca.
Dall’aforisma alla satira di costume, dalla fiaba al design, senza dimenticare pubblicità e neppure la scultura Ungerer ha attraversato praticamente tutti gli ambiti dell’espressione artistica, spesso in maniera controversa e sovversiva, con una inquietudine che è stata in un certo senso la sua personalissima cifra stilistica. Anche nei libri per bambini, mai scontati, mai banali.
Noto anche per le sue illustrazioni erotiche, raccolte in Il maniaco sessuale e Il kamasutra delle rane, aveva uno spirito polemico e graffiante emerso soprattutto nel Fornicon, del 1970, un libro erotico realizzato esclusivamente a pennino, essenziale, senza ombreggiature né colore, che rappresenta crudamente corpi nudi sia maschili che femminili alle prese con macchine inventate, macchine “roteanti, penetranti e strofinanti”. L’effetto visivo, percepibile come respingente, è però segno sia di una straordinaria capacità immaginativa che, come è stato rilevato da più critici, di un forte accento critico probabilmente indirizzato al mondo borghese, “fatto di asservimenti e giochi di potere, verso cui l’individuo cela un gusto masturbatorio e sadomasochistico”. Lo scandalo che ne scaturisce impedisce a Ungerer di pubblicare nuovi libri per bambini, cosa che riprenderà a fare solo nel 1997, con Flix, la storia di una famiglia di gatti a cui nasce un figlio cane, costretta quindi a lottare contro i pregiudizi e i luoghi comuni. E in effetti Ungerer nella seconda metà degli anni ’70 si era trasferito con la famiglia in Irlanda, di cui aveva detto: “Qui le opinioni dei bambini sono tenute in considerazione quanto quelle degli adulti”. E talmente teneva in considerazione le opinioni dei bambini, Ungerer, che con i suoi libri ha sempre dimostrato di prenderli sul serio: niente buonismo e melassa, nessuno stereotipo rassicurante: la crudezza e l’aggressività che riversava nei libri dedicati agli adulti viene ammorbidita, ma sono spesso paradossali, o storie di lotte, che quasi nella totalità dei suoi lavori sono costruite sullo sfondo un rigoroso senso di giustizia. Disegni vivacissimi e trovate fantasiose che accompagnano le storie più diverse, da Heidi – da lui illustrata con grandi tavole coloratissime – alla sua Zloty, una moderna Cappuccetto Rosso che sfreccia nel bosco in motorino per portare le provviste alla nonna, come al solito, ma investe uno gnomo. A dare una mano ai malcapitati accorre un gigante , che però è più basso della media dei giganti e perciò è alto come lei come anche lo gnomo che è più alto della media. Recuperato il motorino Zloty investe il lupo cattivo che, a differenza dello gnomo, si fa male sul serio… e la nonna ha un kalashnikov appeso vicino al letto. Impegno e allegria, onestà e fantasia. Libertà di espressione e rigore. Un autore fondamentale capace di creare un mondo incantato, fatto di durezza e di leggerezza allo stesso tempo, da scoprire bambini per non lasciarlo più.
A Strasburgo il Museo: opere e vita
Tomi Ungerer, nato a Strasburgo nel 1931, disegnatore e illustratore di fama internazionale, è noto al pubblico italiano più per i suoi libri per l’infanzia che per i disegni satirici o per i manifesti nonostante la sua opera gli sia valsa grandi premi internazionali, tra cui, sia il Premio Andersen che il Grand Prix National des Arts Graphiques.
Nel 1975 e poi ancora nel 1991 ha donato alla sua città natale una gran parte della sua opera: il fondo, eccezionale, è composto da più di ottomila disegni originali e di archivi documentari, oltre a circa seimila giocattoli, provenienti dalla sua collezione personale. Il Comune di Strasburgo ha deciso di installare il Museo nella Villa Greiner, che era stata commissionata nel 1885-1887, durante l’occupazione tedesca, da una famiglia strasburghese all’architetto parigino Revel, poi negli anni ‘50 sede della radio nazionale (ORTF), e si trova accanto all’Opéra National du Rhin, al Théâtre National de Strasbourg, alla Bibliothèque Nationale et Universitaire e al Palais du Rhin. Imperniato sull’opera grafica di Tomi Ungerer, il progetto va però al di là di un museo monografico, e dedica ampio spazio anche all’illustrazione del XX e del XXI secolo.
Il percorso museografico pone l’accento sulle diverse sfaccettature dell’opera di Tomi Ungerer e, nel rispetto delle tappe cronologiche più importanti, segue tre principali tematiche: i disegni per i libri per l’infanzia, i disegni pubblicitari e i disegni satirici, tre aree disposte sui tre piani della villa, che è circondata da un grande giardino. Al pianterreno si trovano i libri per l’infanzia: Le Géant de Zeralda, Les Histoires farfelues de Papaski, Allumette, Pas de Baiser pour Maman, Otto sono presentati sia grazie ai disegni originali che alle diverse edizioni, accompagnati da alcuni giocattoli meccanici della collezione dell’artista, per metterne in luce la stretta relazione con la sua opera. In una sala vengono proiettati i cartoni animati realizzati negli anni ‘80 a partire dai libri di Tomi Ungerer, e le illustrazioni del Grosse Liederbuch – Il grande libro delle canzoni diventato il best-seller di Tomi Ungerer nei paesi germanofoni – arricchiscono la sezione, che è completata da “Trait pour trait” – Tratto per tratto, il film realizzato da Philippe Poirier nel 2007 che ne racconta la vita e l’opera. È al primo piano che vengono presentate le due espressioni più note della sua opera per adulti: la pubblicità e il disegno satirico. Le sue campagne americane su temi di satira sociale, ai manifesti contro la guerra nel Vietnam e contro la segregazione razziale, che, come prefigurazione della collezione d’illustrazione del XX secolo sono esposte insieme ad alcuni suoi maestri e contemporanei: daSaul Steinberg ad André François, da Robert Weaver a Ronald Searle.
È invece aperta sul giardino la sezione dedicata a uno dei grandi temi che attraversano l’opera di Tomi Ungerer: le Danses Macabres, che uniscono guerra ed erotismo, che sono esposti insieme a disegni e schizzi erotici intorno al tema delle rane, della botanica e delle favole, e a quelli del Fornicon e di Totempole, abbinati a una serie di insoliti montaggi realizzati con bambole Barbie.
Il Musée Tomi Ungerer è anche un luogo di ricerche e di studi: l’illustrazione resta un campo ancora poco noto, appassionante, e tutto da esplorare. non manca una grande biblioteca, costituita in parte dal fondo personale di Tomi Ungerer – 1500 libri che l’artista ha voluto donare al museo – è una preziosa fonte di documentazione cui i ricercatori possono accedere.
Il maggiore “atout” è però la collezione eccezionale di arte grafica che deriva dalle donazioni di Ungerer, esposte con un approccio tematico e con l’obiettivo di allargare sempre più quella che già all’apertura del museo era una notevole collezione d’illustrazione del XX e del XXI secolo
info:
www.musees.strasbourg.eu/musee-tomi-ungerer.
Ada Treves, Pagine Ebraiche aprile 2019
(4 aprile 2019)