L’estrema destra
e l’operazione periferie

L’ultimo episodio, che continua a far parlare l’opinione pubblica, è quello di Torre Maura. Ma è da tempo che l’estrema destra cavalca il disagio urbano. Una vera e propria “operazione periferie” presentata con allarme da Repubblica: “Fomentare le rivolte per prendere i quartieri-polveriera, quelli dove la gente dice ‘siamo pieni di problemi’, e lì innalzare ‘bandiere nere’ e ‘tricolori’. Soffiare sui tizzoni ardenti delle periferie abbandonate nel solco degli slogan e delle politiche dei nazionalisti al governo. Poi, speculando sulla costruzione dell’emergenza, si va all’incasso: legittimazione, consenso”.

Il Fatto Quotidiano intervista il padre di Simone, il ragazzino che ha sfidato gli estremisti di CasaPound nella periferia romana. Il padre si dice orgoglioso del figlio, ma invita a non farne una bandiera della sinistra. “Quelli che davano i calci ai panini – afferma l’uomo – sono tutti ragazzi che ho visto crescere e che purtroppo non potevano non avere che quell’indirizzo. La situazione familiare è quella che è”. La sinistra, aggiunge, “forse ancora non ha capito il motivo per cui è stata scavalcata dalla destra, sorpasso difficilmente colmabile”.

I buu razzisti a Moise Kean scaldano il mondo del calcio. A intervenire è tra gli altri Roberto Mancini, ct della nazionale, che ieri ha affermato: “Ciò che è stato fatto a Kean è insopportabile. Non ne posso più dei buu razzisti. Devono finire. Non bisogna evitare di prendere posizione e servono azioni anche dure. Non dico che cose simili accadano in tutte le partite. Di sicuro accadono troppo spesso”. Il Corriere dello sport titola: “Il ct in campo per Moise”.

Un labirinto di nomi degli ebrei olandesi uccisi dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Questo il progetto architettonico e artistico di Daniel Libeskind per Amsterdam, approvato all’unanimità dall’amministrazione comunale. A bloccarlo sono stati però i cittadini della capitale che hanno fatto causa, “ottenendo una sospensione dell’avvio ai lavori, perché il memoriale non è di loro gradimento, e tra il resto costringerebbe all’abbattimento di 24 alberi che ora crescono nella zona” (La Stampa).

Il Venerdì presenta la mostra “Il Rinascimento parla ebraico”, curata da Giulio Busi e Silvana Greco, che sarà inaugurata nei prossimi giorni al Meis. “Ancora più del Risorgimento, quell’epoca cruciale ha forgiato l’identità italiana” sottolinea la direttrice del museo Simonetta Della Seta. “Tra alti e bassi, aperture e chiusure, è anche grazie al capitale ebraico che nelle corti e nei Comuni è potuto nascere e prosperare un irripetibile laboratorio intellettuale” afferma il presidente del Meis Dario Disegni.

La Stampa celebra i 100 anni del Bauhaus, movimento che “per poco più di dieci anni incarnò l’utopia delle avanguardie moderne sulla possibilità di costruire un mondo nuovo”. È il 1933 quando la scuola dovette chiudere per via della dittatura nazista. Un momento a seguito del quale “il Bauhaus diventa mito e idea che si diffonde nel mondo grazie all’esodo forzato dei suoi allievi e professori verso il Nord America e in Palestina, dove Tel Aviv diventerà la prima città moderna realizzata secondo la visione della scuola di Dessau”.

Sul Venerdì Corrado Augias presenta il libro “Babij Jar”, di Anatolij Kuznecov (1929-1979), appena pubblicato da Adelphi. “Il nome di Babij Jar – si legge – è meno noto di quello di Auschwitz, eppure il raccapriccio che suscita, per chi sa di quale scempio fu teatro, è forse persino superiore”. Mentre Adriano Sofri, sul Foglio, parla della biblioteca del filosofo Carlo Michelstaedter recentemente ritrovata a Gorizia.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(5 aprile 2019)