Come nasce il sovranismo
Ci si interrogava alcuni giorni fa in un convegno al forte di Bard sul fatto che molti di quegli stessi italiani che di fronte alle leggi razziste non avevano mosso un dito per gli ebrei, si spesero per aiutarli durante l’occupazione nazista, in occasioni ben più tragiche e pericolose. Cambiava il livello di empatia? Riuscivano a riconoscere nell’ebreo un italiano come loro, loro vicino, loro fratello? Una risposta me la offre, in un bell’articolo di ieri sul Corriere, Luigi Manconi, rifacendosi ad un libro di Susan Sontag del 2006, Di fronte al dolore degli altri. Ad essersi ristretto, ci spiegava la Sontag, non è il livello di empatia ma la nozione di “altro”. L’empatia di fronte al dolore degli altri riguarda una cerchia sempre più ristretta di “altri”: famigliari, amici, “membri della stessa comunità, corporazione o etnia”. Al di là di questo, regna l’egoismo o l’indifferenza: ci sono “quelli che non siamo noi”. Di qui, spiega Manconi, nasce il sovranismo.
Anna Foa, storica
(8 aprile 2019)