25 aprile, in gioco c’è il futuro
Si avvicina il 25 aprile e mai come quest’anno diventa importante celebrare la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, mai come oggi i gruppi neofascisti prendono questa data come terreno di scontro contro gli eredi della Resistenza e della Costituzione repubblicana, figlia proprio di quella Resistenza. Il ministro Salvini annuncia che non parteciperà a nessuna celebrazione, perché neutrale nel derby tra comunisti e fascisti, una vulgata che ha, in questo clima, buone possibilità di affermarsi. Staremo a vedere quanti fra i politici e gli amministratori della Lega seguiranno le sue tracce rifiutando di portare il gonfalone del loro Comune alle celebrazioni, di onorare con una presenza ufficiale i morti delle stragi naziste e quelli della guerra partigiana.
Come tutte le celebrazioni, come tutte le date della memoria, ciò che si guarda, attraverso il passato, è il futuro. È il futuro che è in gioco. Per questo auspico che quest’anno tutti partecipino insieme alle celebrazioni del 25 aprile, in primo luogo gli ebrei. Ebrei per i quali il 25 aprile al Nord ha rappresentato la possibilità di uscir fuori dai nascondigli, di riprendere il loro nome, le loro case, la loro vita. Attendendo senza speranza il ritorno di quanti erano stati portati via nei campi, molto spesso ad opera di quei fascisti di Salò i cui eredi oggi si presentano alle elezioni e riaffermano ad alta voce la loro ideologia fascista. Poniamo termine alle nostre divergenze, ritroviamoci d’accordo almeno per un giorno, ricordando quel giorno del 1945 che ha rappresentato la libertà per tutti.
Anna Foa, storica