Libia, colloquio Trump-Conte

rassegnaNel contesto della crisi libica, telefonata ieri tra Giuseppe Conte e Donald Trump. Il premier italiano ha chiesto aiuto alla Casa Bianca, ricevendo in cambio delle rassicurazioni ma anche la richiesta di riconoscimento della leadership di Guaidó in Venezuela. “Tutto ciò – scrive La Stampa – dimostra che c’è una partita parallela alla guerra che si combatte in Libia in campo aperto ed è quella diplomatica, terreno sul quale l’Italia sta cercando di recuperare il tempo perduto nei mesi passati”. È qui, in una singolare triangolazione tra Roma, Tripoli e Washington, “che sullo sfondo dello scontro all’ultimo sangue tra Misurata e l’uomo forte di Bengasi, generale Haftar, si delinea l’ombra del Venezuela, potenziale viatico tra Palazzo Chigi e la Casa Bianca per intendersi poi in pieno anche sulla Libia”.

Per quanto riguarda la politica interna, scontro tra Cinquestelle e Lega dopo che il ministro Salvini ha emesso una direttiva con la quale vengono dati più poteri ai prefetti per combattere il degrado nelle città. “Io sono dell’opinione che chi governa lo scelgono i cittadini. È l’abc della democrazia. Esprimi un voto e poi giudichi al termine del mandato” il commento di Di Maio. Per La Stampa, nel quartier generale del Movimento, a microfoni spenti, il giudizio sulla direttiva di Salvini sarebbe ancora più forte: “Sembra di tornare ai tempi dei podestà fascisti”.

“L’archivio di Kafka, caso kafkiano”. Il Corriere parla di un nuovo capitolo inerente l’eredità documentale del grande scrittore tra racconti, romanzi, diari, lettere, disegni e bozze che l’amico Max Brod, tradendo la richiesta di Kafka, scelse per fortuna di non distruggere. La novità riguarda un altro cospicuo corpus kakfiano, conservato nei caveau dell’Ubs di Zurigo: altri inediti, “la cui provenienza è ignota”. Il tribunale distrettuale elvetico, si legge ancora, ha stabilito a tal proposito “che quei materiali spettano a Israele”. E dunque “dovrebbero kafkianamente raggiungere il grosso dell’archivio kafkiano”.

Sul dorso bolognese del Corriere un aggiornamento sull’aggressione antisemita subita da uno studente ebreo ferrarese e sulle iniziative adottate dalla dirigenza scolastica. “Nessuna sospensione: è questo – si legge – l’orientamento del consiglio di classe e dell’istituzione scolastica”. Vista la delicatezza del caso e la fragilità dei soggetti coinvolti, ma anche considerata la loro età, “la scuola ha deciso di non allontanarli”. Si rafforza invece l’ipotesi di “un lavoro con gli alunni per far loro comprendere la gravità del gesto, in modo da contrastare ogni forma di antisemitismo, così come invocato l’altro giorno dall’Ufficio scolastico”.

“Non andrò al corteo del 25 Aprile”. Fa discutere l’annuncio di Ubaldo Bocci, candidato sindaco del centrodestra a Firenze. “Quella che dovrebbe essere una celebrazione condivisa sul momento fondativo dell’Italia democratica da tempo si è trasformata in una liturgia ideologica, divisiva, di cui si è appropriata solo una parte politica” ha detto Bocci, in gioventù simpatizzante missino. Del caso parla tra gli altri il Corriere Fiorentino.

“Il messaggio pasquale è stato l’inizio d’Israele come popolo. La Pasqua è stato l’inizio del cristianesimo come fede di molte persone nel mondo. Il punto finale per entrambi è la compimento della visione di Isaia (2, 4), quando Dio realizzerà la fine dei tempi e sperimenteremo tutti la vita, la vita in abbondanza”. Così il rabbino Abraham Skorka, amico di lunga data di Bergoglio, in una riflessione pubblicata dall’Osservatore Romano.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(18 aprile 2019)