Informazione – International edition Un Seder a Bari, anno 1944
Una notte diversa da tutte le altre notti. Fu quella che nel 1944 riunì a Bari soldati ebrei inquadrati nelle forze alleate e membri della resistenza italiana per celebrare il seder di Pesach. Come raccontato nella rubrica Italics dell’ultima uscita di Pagine Ebraiche International Edition, che riprende un articolo del Jewish Chronicle, a sopravvivere di quel momento buio che già prometteva però la libertà prossima è un’haggadah arrivata misteriosamente a Yad Vashem attraverso le carte di un sopravvissuto alla Shoah. Tanti di coloro che quella notte parteciparono, incluso l’italiano Enzo Sereni, non sopravvissero la guerra, uccisi per portare la redenzione in Europa.
A raccontare la storia della brigata ebraica, la formazione di soldati ebrei nelle forze britanniche, è stato negli scorsi in consiglio comunale a Milano Piero Cividalli, che nelle brigata militò. Forte l’appello contro il fascismo lanciato dal testimone, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha condannato coloro che nelle manifestazioni del 25 aprile insultano coloro che manifestano sotto le insegne della brigata. Dell’anniversario della Liberazione parla anche la rubrica Bechol Lashon, questa settimana in francese con una riflessione dello storico Alberto Cavaglion. “Non c’è pace per il 25 aprile. Una crudele damnatio memoriae da anni ci impedisce di apprezzare il tepore della primavera ritornando con spirito riconoscente a chi ha donato all’Italia la sua ora più bella. Da quel giorno del 1945, per alcuni anni, non molti in verità, il nostro paese ha vissuto il suo periodo più ricco, più gioioso e intenso. Presto iniziò il declino che porterà con sé lo sventurato uso politico della lotta partigiana, una faziosità senza fine. La lacerazione si perpetua oggi, in forma di campagna elettorale (dunque caricaturale) nella opposta posizione dei nostri due viceministri. Uno va, l’altro diserta come se si trattasse di flat tax o del decreto sicurezza. Certi giorni ti prende una malinconia che sconfina quasi nella meteopatia. D’altra parte la primavera, quest’anno, per lo meno al nord, dove un tempo soffiava il vento dell’eroismo, tarda a venire”, scrive Cavaglion (a tradurre Sara Facelli).
Sulla newsletter dedicata al pubblico internazionale spazio anche alle iniziative per il centenario dalla nascita di Primo Levi.
Il programma delle iniziative è stato presentato settimana scorsa a Torino, mentre ha già aperto i battenti una piccola esposizione di documenti originali e inediti custoditi in diversi faldoni e fondi organizzata dall’Archivio Terracini.
Infine in pilpul un pensiero dello storico sociale delle idee David Bidussa, inspirato dal nuovo libro di Salvatore Veca “Qualcosa di sinistra”, dedicato all’importanza del ragionamento critico e aperto al confronto con gli altri “Pensare non è twittare compulsivamente”.
rt