La Brigata Ebraica e il Gran Muftì,
un’occasione per fare chiarezza

Un altro 25 Aprile alle spalle. E un’altra festa della Liberazione comunque segnata dal tentativo di alcuni di riscrivere e strumentalizzare la storia, in particolare per quanto concerne il ruolo della Brigata Ebraica e di numerosi partigiani ebrei nella lotta al nazifascismo. “Ebrei e arabi musulmani nell’età dei totalitarismi. La Brigata Ebraica e il Gran Muftì di Gerusalemme”: questo il titolo di un incontro organizzato per il pomeriggio di domani alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah, in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma e con il Centro di Cultura Ebraica. Una nuova occasione per fare chiarezza su quali furono gli schieramenti e le scelte che animarono due diversi fronti in quei mesi drammatici. L’incontro, che prenderà il via alle 18 con moderatore il professor Alessandro Volterra, avrà tra i suoi relatori David Meghnagi, assessore alla Cultura UCEI oltre che direttore del Master di II livello in Didattica della Shoah dell’Università Roma Tre, che interverrà su “La Brigata ebraica. Come nacque e si formò. Il suo ruolo sul fronte gotico e nel dopoguerra”; e Giordana Terracina, studiosa e collaboratrice di Meghnagi nel master, che parlerà invece di “Il Gran Muftì di Gerusalemme e il regime fascista”. Apriranno la conferenza i saluti di Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, e Paolo Masini, vicepresidente della Fondazione Museo della Shoah.
“L’anniversario del 25 aprile 1945 – spiegano gli organizzatori – permette di approfondire, mediante la presentazione di documentazione inedita, i rapporti intercorsi tra il Gran Mufti di Gerusalemme e il regime fascista dal 1933 al 1943, consentendo di narrare eventi poco noti non solo al grande pubblico ma anche a studiosi del settore i quali hanno pubblicato soprattutto saggi relativi alle relazioni tra la guida spirituale musulmana e il nazismo”.

(28 aprile 2019)