“Il mio viaggio in bicicletta,
nel nome del capitano Levi”
“Non sono bravo con le parole, cerco piuttosto di far parlare i fatti. E per me questo significa pedalare nel nome di ciò che c’è di più bello e che mai dobbiamo dimenticarci di festeggiare: la libertà ritrovata, la fine dell’incubo nazifascista”.
Dipendente Enel in pensione, da anni Giovanni Bloisi pedala sulle strade della Memoria. In bicicletta è arrivato alle porte di Auschwitz. E sempre a pedali ha attraversato l’Italia da Nord a Sud, per poi raggiungere lo Yad Vashem. La sua missione: tener viva l’attenzione dell’opinione pubblica su una straordinaria storia di solidarietà avvenuta a Selvino, Prealpi bergamasche, nell’immediato dopoguerra. Un ex colonia fascista, Sciesopoli, che si trasforma nel luogo in cui bambini ebrei da tutta Europa scampati alla Shoah si rigenerano e iniziano il loro viaggio verso il nascente Stato di Israele.
Nelle prossime ore, con partenza dal Museo della Padova Ebraica e con una tappa nel pomeriggio anche al Meis di Ferrara, Bloisi si lancerà in una nuova impresa. Un lungo viaggio che lo porterà fino in Puglia sulla scia del capitano Enrico Levi, che fu protagonista della Liberazione del Paese e di molte successive traversate verso l’allora Palestina mandataria con a bordo centinaia di profughi ebrei salvatisi dalle persecuzioni. Levi, che in seguito sarà anche tra i fondatori della Marina militare e mercantile israeliana, non era solo. Con lui c’erano cinque amici, correligionari e come lui impegnati in prima linea nella lotta al regime.
Questa impresa in solitaria di Giovanni sarà suddivisa in diverse tappe, ispirate anche al diario tenuto da uno dei sei eroici partigiani in bicicletta che difesero la libertà, la democrazia, il futuro.
(1 maggio 2019)