Vigilare sulla storia e la memoria
Il confronto sembra essere fra assenza di memoria, distorsione della memoria, abuso della memoria ed eccesso di memoria.
Oggi mi pare prioritario concentrarsi sui due primi elementi, vigilando sul terzo e sul quarto. L’assenza di memoria significa vuoto di conoscenza. Si tratta di un’occasione preziosa: insegnare a studiare la storia, a valutarne i fatti e la documentazione, a compiere comparazioni. Si tratta – prima ancora di essere un’azione educativa – di fare politica culturale, che con ogni evidenza diventa oggi politica e basta. Per questo motivo è essenziale reagire con decisione all’affacciarsi della distorsione della memoria. Il Potere (tutti i Poteri) ha sempre tentato di piegare storia e memoria agli interessi politici immediati. Raccontare i fatti, ragionare sulla documentazione, intervistare i testimoni diventa quindi un atto intellettuale forte, di sfida al potere. Non è – come alcuni sostengono – un’operazione di retroguardia. Ed è l’esatto contrario del conservatorismo. Si tratta invece di attualizzare i valori nei quali siamo cresciuti e ci siamo crogiolati senza comprenderli a fondo: la libertà e la democrazia.
Gadi Luzzatto Voghera, direttore Fondazione CDEC