Il problema demografico

rav Michael AscoliEsiste un problema demografico. Anzi ne esistono diversi e a volte sorprendenti come in Giappone dove sembra che nel giro di qualche decennio la popolazione giapponese sia destinata a dimezzarsi, o quasi. A livello globale, comunque, il problema è il sovraffollamento. Cosa che pone dilemmi importanti, come messo particolarmente bene in risalto dalla parlamentare americana Ocasio-Cortez in una intervista rilasciata a febbraio e diventata ormai famosa: “Praticamente tutti gli scienziati sono d’accordo sul fatto che le vite dei nostri bambini saranno molto difficili e questo porta i giovani a porsi una domanda legittima, è giusto continuare a fare figli?”. La domanda è effettivamente legittima e denota enorme sensibilità. Le fonti dei nostri Maestri sembrano suggerire una risposta in ogni caso affermativa: non solo una delle domande-chiave che vengono poste all’uomo nel giorno del giudizio (v. TB, Shabbàt 31a) è “ti sei dedicato al crescete e moltiplicatevi”. A questo si potrebbe ancora rispondere che dipende dalle circostanze; c’è un altro passo che appare inequivocabile: un midràsh riferisce che quando Re Chizqiyàhu era sul letto di morte il profeta Isaia gli rimproverò di non essersi dedicato al precetto “crescete e moltiplicatevi”. Al che il Re replicò di aver avuto in visione, grazie allo spirito profetico, che i figli non sarebbero stati persone degne. Il profeta replicò che questo non deve essere un suo problema: “tu fai il tuo dovere e non immischiarti nei disegni Celesti” (v. TB Berakhòt 10a). L’obbligo dunque persiste, indifferentemente da quali saranno le conseguenze che ne scaturiranno. Ciò ovviamente non ci esime dal preoccuparci di avere un ambiente migliore -al contrario questo potrebbe addirittura essere un risvolto dello stesso precetto “crescete e moltiplicatevi” come subito vedremo- né ci impedisce di incoraggiare un qualche controllo della popolazione. Ma evitare di fare figli tout-court non sembra essere la strada giusta. Rav S.R. Hirsch, eminente rabbino tedesco del XIX secolo, nota che il versetto intreccia l’ordine “crescete e moltiplicatevi” con la benedizione che D-o dà all’essere umano appena creato: le due cose vanno insieme, il fine stesso della creazione e la benedizione che questa porta con sé si concretizzano nel fatto che l’uomo scelga di proseguire l’opera creatrice stessa. “Crescete e moltiplicatevi, riempite la Terra e conquistatela” descrive per rav Hirsch un unico insieme, in cui all’uomo è comandato di prolificare, di costruire una famiglia dove ai figli sia assicurata un’educazione spirituale e morale, e una società adeguata dove i beni materiali siano al servizio del bene pubblico (v. commento a Bereshit 1:28).

Michael Ascoli, rabbino

(7 maggio 2019)