Un Salone nel segno di Primo Levi
La figura di Primo Levi grande protagonista al Salone del Libro di Torino. Nella rassegna che prende il via domani, tanti gli appuntamenti dedicati al grande scrittore e Testimone della Shoah, di cui si celebra quest’anno il centenario dalla nascita. Tra le iniziative, curate dal Centro Internazionale Primo Levi di Torino, la presentazione del progetto “Se questo è un uomo: il libro primogenito” (giovedì 9 maggio, ore 11, Sala Indaco), una ricerca avviata diversi mesi fa per recuperare notizie sulla prima edizione del celebre libro di Levi (chi ha informazioni può scrivere a libroprimogenito@primolevi.it). Su Pagine Ebraiche di Maggio attualmente in distribuzione e presente come da tradizione al Salone del Libro d Torino, un approfondimento sull’iniziativa e sull’affascinante intreccio di due storie legate alla prima edizione. Sarà poi presentata la Decima lezione Primo Levi, curata quest’anno dal direttore del Centro Primo Levi Fabio Levi (Venerdì 10 maggio – ore 10.30, Sala Rossa). Ernesto Ferrero indagherà invece il rapporto particolare tra lo scrittore torinese e gli animali (Domenica 12 maggio – ore 12, Sala Granata).
Tanti come sempre gli appuntamenti al Salone del Libro – al centro in questi giorni delle note polemiche – legati al monto ebraico: dalla presentazione (Lunedì 13 Maggio, ore 18:00 Sala Rosa) di Il fregio della vita (Neri Pozza) di Emilio Jona – protagonista dell’intervista del mese di Pagine Ebraiche – all’approfondimento sulle Leggi del ’38 promosso dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca con la presenza del viceministro Lorenzo Fioramonti e del presidente del Meis e della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni; dalla presentazione del libro Noi, bambine ad Auschwitz (Mondadori) di Tatiana Bucci, sopravvissuta ad Auschwitz (Venerdì 10 Maggio, ore 11:00 Sala Azzurra), a quello di Daniel Vogelman (Giovedì 09 Maggio, ore 16:30 Sala Rosa) Piccola autobiografia di mio padre (Giuntina); e ancora molte altre saranno le importi iniziative a tema ebraico di questa 32esima edizione intitolata il Gioco del Mondo.
Se questo è un uomo, la prima matrice
Nell’ottobre del 1947 la piccola casa editrice Francesco De Silva, guidata da Franco Antonicelli, già presidente del Cln, dà alle stampe la prima edizione di Se questo è un uomo. Sono 2500 le copie messe in distribuzione da Antonicelli a cui il dattiloscritto di Primo Levi – dopo il celebre rifiuto iniziale di Einaudi – era stato suggerito da Alessandro Galante Garrone, storico, magistrato, partigiano. “Caro Francesco, ti lascio quel manoscritto di Primo Levi di cui ti avevo parlato. scriverà Garrone ad Antonicelli, come raccontato in Album Primo Levi (Einaudi) a cura di Roberta Mori e Domenico Scarpa Non credo d’essermi ingannato, nel giudicarlo superiore a quanto finora mi è accaduto di leggere in quel genere. Ma preferisco affidarmi al tuo sicuro giudizio. Mi pare che non sia soltanto un documento storico e umano di grande rilievo […], ma in molte e molte sue pagine, una cosa bella”. Antonicelli è d’accordo ma cambia, d’accordo con Primo Levi, il titolo: da I sommersi e i salvati a Se questo è un uomo. 1500 copie vengono vendute e a distanza di oltre 70 anni, il Centro Internazionale Primo Levi di Torino ha lanciato un progetto per mapparle e raccontarne la storia. L’idea è di ricostruire “le storie di chi l’ha posseduto, i passaggi di mano, le firme e le note su un libro così importante e che pure è partito fragile, sia per la materia prima che per la sua storia editoriale, i rifiuti, nonostante la determinazione incrollabile dell’autore a farlo pubblicare”, spiegava Fabio Levi, direttore del Centro Primo Levi, nel lanciare il progetto di ricerca, che ha già prodotto la bella mostra curata da Cristina Zuccaro “Se questo è un uomo, il libro ‘primogenito’”. “Uno dei pannelli della mostra – spiega a Pagine Ebraiche Victoria Musiolek, che cura il progetto diretto alla mappatura e recupero delle storie dell’edizione del ’47 – si intitolava ‘Dov’è andato Se questo è un uomo?’ E rappresentava un po’ l’inizio di questa vera e propria caccia al libro. Le principali domande che vengono poste circa il volume sono: Quali vie hanno preso quelle 1.500 copie? Quali sono le storie dei loro lettori? Chi ha avuto per le mani l’edizione 1947, e chi l’ha ereditata più tardi? A chi è capitato di darla o riceverla in regalo? Dov’è conservata, oggi?”. “Finora abbiamo ricevuto una risposta molto positiva e le persone in qualche modo coinvolte nella storia del libro sono rimaste entusiaste della nostra impresa, un po’ ardua come avrebbe detto Levi racconta Victoria Ci hanno scritto più di 100 persone, inviandoci le foto della loro copia e talvolta descrivendo come ne sono entrati in possesso, il suo stato di conservazione oppure il significato che ricopre per loro”. In queste pagine vi è un esempio di queste storie e ancora molte possono essere svelate: il lavoro infatti è aperto e per chi ha informazioni si può scrivere al libroprimogenito@primolevi.it