Il Salone nel segno della Memoria
“Vi ringrazio per la decisione coraggiosa che mi ha permesso di essere qui con voi”. È con queste parole che Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz, ha aperto la trentaduesima edizione del Salone del Libro di Torino. Un applauso sentito spontaneo e interminabile mentre tutto il pubblico raccolto nella grande Sala Oro l’accoglie alzandosi in piedi. “È stata la giornata più lunga della mia vita” aveva confessato Nicola Lagioia un’ora prima dell’apertura, mentre aspettava l’inizio dell giro inaugurale, la lunga carovana che ha accompagnato le figure istituzionali presenti all’inaugurazione del Salone a visitare gli spazi di quella che il ministro Bonisoli ha poco dopo definito “l’edizione della rinascita”. Molta gratitudine nei confronti di Sergio Chiamparino e Chiara Appendino, anche, da parte di Lagioia: “Hanno avuto il coraggio di una scelta che non poteva essere diversa. Ed era una scelta politica”.
Più cauto il direttore dell’AIE, l’associazione Italiana Editori, Riccardo Franco Levi, che ha ribadito che “le idee si combattono con le idee”. Ma poco dopo ha voluto ricordare quella volta in cui ad Almirante, durante una discussione accesa in Parlamento, Pajetta ha ricordato: “Se tu sei qui e hai diritto di parola è perché abbiamo vinto noi”
E al momento dell’inaugurazione, poco prima che Halina Birenbaum raccontasse la sua storia, Nicola Lagioia ha ricevuto un applauso interminabile quando ha aperto il suo brevissimo discorso con uno scanzonato “È spuntato il sole”.
(Nell’immagine l’incontro in Sala Oro e Lagioia mentre sfoglia Pagine Ebraiche)
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(9 maggio 2019)