I fascisti di Casa Pound
“Siamo nel 2019 e fascismo e fascisti non torneranno più”. Quante volte negli ultimi mesi abbiamo sentito questa frase? Se così fosse non so come potremmo chiamare i militanti di Casa Pound che a Casal Bruciato hanno minacciato di stupro e provato ad aggredire una donna e una bambina rom durante l’assegnazione di una casa popolare. Non si trattava di uno spacciatore, di uno stupratore, di un serial killer, di un boss mafioso, ma appunto di una mamma e una bambina “colpevoli” soltanto di essere nati rom e non italiani “di razza pura”. Quale sarebbe stata la risposta delle principali istituzioni o della società civile se la situazione fosse stata all’inverso?
Molti concordano sul fatto che “i campi rom vadano sgomberati”, ma contemporaneamente gli stessi non permettono che i rom possano abitare in una casa normale, soprattutto se nello stesso stabile vi abitano altri “italiani”. E allora diciamocela tutta, sarebbe meglio che ai rom non sia dato un lavoro, che non studino con i “nostri” figli, che non si facciano vedere tanto in giro, figurarsi se magari si integrano, chi li riconoscerebbe poi? Dunque, qual è il destino che spetterebbe ai rom?
Numerosi rom hanno la cittadinanza italiana o vivono in Italia da generazioni, ma nell’Italia di adesso ancor più di prima, un’aggressione ai rom è in qualche modo tollerata. Casa Pound è un partito invisibile per adesso dal punto di vista elettorale, gran parte dei suoi militanti non nascondono la simpatia per la Lega. Un giorno però con la sempre maggiore tollerabilità nei confronti del fascismo e della xenofobia, Casa Pound potrebbe diventare la vera destra parlamentare, o un possibile alleato di governo per ciò che diverrebbe a quel punto il “centro-destra”. Non è uno scenario così improbabile.
Ed in questo pezzo ho parlato di rom, ma tutti gli altri possono davvero sentirsi al sicuro?
Francesco Moises Bassano
(10 maggio 2019)