Il convegno – “Mortara, un padre del diritto”
Della scienza giuridica Lodovico Mortara (1855-1937) fu uno dei più alti interpreti del Novecento italiano. E lo fu in diverse declinazioni: avvocato, professore, magistrato, statista. Consigliere, procuratore generale e Primo Presidente della Corte di Cassazione romana, morì alla soglia delle Leggi razziste, pochi mesi prima che i provvedimenti antiebraici fossero annunciati e promulgati dal fascismo. Un protagonista riscoperto grazie anche a due recenti pubblicazioni, “Il figlio del rabbino” di Massimiliano Boni e “La procedura civile in Italia nei primi anni del XX secolo” di Paolo Spaziani. Proprio queste due opere sono state il punto di partenza di un convegno svoltosi ieri pomeriggio nell’aula magna della Corte di Cassazione. Un ideale ritorno a casa segnato da molti illustri interventi.
“Quella di Mortara è una figura particolarmente complessa. In ogni ambito in cui operò raggiunse comunque i vertici assoluti” ha esordito Giovanni Mammone, Primo Presidente della Corte di Cassazione, che ha introdotto i lavori assieme a Riccardo Fuzio, Procuratore Generale della Corte; David Ermini, Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura; Andrea Mascherin, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.
Autorevoli riflessioni che seguono di ormai molti anni due iniziative organizzate nella stessa sede in ricordo di Mortara: nel 1955, un convegno a 100 anni dalla nascita; e nel 2003, un’altra occasione di incontro nel centenario della presa di possesso in qualità di Consigliere della Corte. “Siamo qui a onorare uno dei padri della giurisprudenza. Il primo forse ad aver messo la dignità umana davvero al centro” ha sottolineato tra gli altri Ermini, ricordando le sue riforme su un piano legislativo e non solo.
Riforme, ideali e scelte intraprese da Mortara hanno poi animato le successive relazioni, tenute da Bruno Cavallone, già professore ordinario di Diritto processuale civile; Giovanni Amoroso, giudice della Corte Costituzionale; Carmelo Sgroi, Sostituto Procuratore generale presso la Corte di Cassazione; Antonella Meniconi, docente di storia delle istituzioni politiche. Hanno concluso il convegno gli interventi dei due autori, Boni e Spaziani, con il primo che ha messo in luce il rapporto di Mortara, figlio di un noto rabbino dell’epoca, con le sue origini ebraiche e il modo in cui queste hanno influenzato le sue decisioni in campo giuridico.
(14 maggio 2019)