Le insidie della disgregazione
I dibattiti politici riguardo le ormai imminenti elezioni europee sono, come sempre, disarmanti per quanto poco si parla dei temi su cui si dovrebbe votare. Elezioni da tutti annunciate come epocali, spartiacque, decisive per i nostri destini, ma nessuno che sappia far emergere la propria idea di Europa. L’unica ad aver messo in campo una strategia pare essere la solita Angela Merkel. Facendo evidentemente pesare la sua influenza su tutti quei Paesi che dipendono economicamente dalla Germania ha dapprima barattato la candidatura di Manfred Weber in cambio dell’adozione da parte sua di una linea europeista, dopo che il candidato del PPE aveva più volte strizzato l’occhio a Viktor Orban. Ha poi spianato la strada all’apertura della procedura di infrazione nei confronti del governo ungherese e riportato nei binari europeisti l’Austria di Kurz. In questo modo ha reso sterile il piano di Matteo Salvini che puntava sulla costruzione di un fronte sovranista. Lo ha fatto, come sempre, in modo totalmente autonomo, senza coinvolgere altri partner europei. Almeno, però, lo ha fatto. Ed è un bene: un nuovo, gravissimo episodio di antisemitismo in Svezia ci fa capire le insidie di un disgregarsi del nostro continente.
Davide Assael, Presidente Associazione Lech Lechà
(15 maggio 2019)