“Lotta al regime e storia di Israele,
a pedali difendo la Memoria”
Giovani, ebrei, antifascisti. Un viaggio incredibile, compiuto in sella a una bicicletta e con altri mezzi di trasporto quando esporsi su strada apparve troppo pericoloso. Da Padova al Sud Italia, per ricongiungersi alle forze alleate e combattere al loro fianco contro il regime.
Nel nome di Enrico Levi, ma anche di suo cognato Paolo Nissim, del cugino Alberto Rietti, di Claudio Segré, Salvatore Romano e Vittorio Sacerdoti, un “lento viaggiatore solitario in bicicletta”, come ama definirsi, ha ripercorso negli scorsi giorni quelle stesse strade di impegno e speranza. Si chiama Giovanni Bloisi, viene da Varano Borghi vicino Varese, e non è nuovo a imprese che oscillano tra Sport e Memoria. Nel 2017 ha pedalato da Selvino, Prealpi bergamasche, fino a Brindisi. L’ultimo sprint allo Yad Vashem di Gerusalemme con una missione già condivisa lungo il viaggio con decine di scolaresche e centinaia se non migliaia di amici: far conoscere la meravigliosa storia di solidarietà che vi avvenne nell’immediato dopoguerra, con centinaia di bambini ebrei sfuggiti alla Shoah che vi trovarono accoglienza, calore e umanità prima di intraprendere il viaggio verso l’allora Palestina mandataria, il nascente Stato di Israele. Nel 2020 ha un grande sogno: pedalare fino a Gerusalemme, partendo dai cancelli di Auschwitz-Birkenau dove già è stato (sempre in bici, naturalmente).
Giovedì scorso il “lento viaggiatore in bicicletta” ha vissuto un emozionante epilogo del suo viaggio, a Roma, dove su invito della Fondazione Museo della Shoah e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha potuto ripercorrere alcuni tra i momenti più significativi del viaggio appena compiuto. Al suo fianco Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah, la presidente UCEI Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, la consigliera politica dell’ambasciata israeliana Michal Gur-Aryeh e Daniele Nissim, figlio di Paolo che fu anche rabbino capo di Padova e che è all’origine di questo itinerario.
Al centro la straordinaria figura del capitano Levi, che si arruolò poi nella Royal Navy e nel 1945, divenuto capitano di lungo corso, organizzò l’Aliyah Bet: il 21 agosto 1945 fu lui a salpare da Bari con il vecchio peschereccio Dallin, imbarcando 37 persone: quella fu la prima di 34 traversate da lui organizzate, tutte riuscite. Compiuta l’Aliyah, Levi divenne direttore dell’Accademia Navale di Akko, alla cui fondazione aveva contribuito fin dalla sua istituzione. Insegnò presso la Scuola Navale del Technion di Haifa. Diresse quindi i porti di Eilat e di Ashdod. È considerato tra i padri fondatori della Marina Militare e Mercantile israeliana.
(Foto di Ariel Nacamulli)
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(17 maggio 2019)