Vienna: “C’era una volta il populismo”

Gli ebrei, chi crede nell’Europa delle identità e della democrazia, ma soprattutto i giornalisti. Il vicecancelliere austriaco e leader populista Heinz Christian Strache aveva bisogno di molti nemici per nascondere lo spaventoso vuoto di idee, capacità e competenze che lo affligge. La coraggiosa, costante denuncia delle organizzazioni ebraiche austriache, che avevano denunciato senza mezzi termini anche la commedia di una missione in Israele che Strache aveva fortemente voluto per darsi una patina di credibilità, aveva costituito il primo avvertimento. Con la repentina, rovinosa caduta sua e dei suoi collaboratori, con il crollo del governo di Vienna, in poche ore l’immagine dell’uomo forte della destra europea si è sbriciolata e sulla base dell’impressionante inchiesta diffusa dal quotidiano Süddeutsche Zeitung e del settimanale Der Spiegel ne emerge il ritratto di un semplice farabutto assetato di potere e pronto a tradire il suo elettorato e il suo paese pur di conseguire qualche vantaggio personale. Ore di registrazioni e una documentazione messa assieme da alcuni fra i migliori giornalisti di inchiesta ora lo inchiodano e dopo la sua stupefacente ritirata molti chiedono che sia processato. Oltre alle consuete espressioni di odio, sono emersi molti aspetti che al di là dell’incompetenza e del servilismo verso la dittatura di Putin portano dritti alla criminalità economica. Come il proposito di sottrarre commesse al colosso austriaco dei lavori pubblici Strabag per passarle ad aziende russe, risucchiare fondi europei per riempire le casse dei movimenti nazionalisti, scalare e prendere il controllo del quotidiano popolare viennese di destra Kronen Zeitung (che da solo, in un paese di otto milioni di abitanti, vende più copie di tutti i giornali italiani sommati assieme). Gli sarebbe piaciuto, dice lui, “creare un clima mediatico simile a quello dell’Ungheria di Orban”. Per lui, ricalcando gli stereotipi che annunciano il conato del delirio autoritario, i giornalisti sarebbero del resto solo dei servi e delle prostitute. La caduta di Strache dimostra invece che proprio i giornalisti onesti sono il più saldo presidio della democrazie e dell’Europa. E che chi cerca di intralciarne il lavoro prepara inevitabilmente l’avvento di regimi autoritari. La Kronen di questa mattina, a una settimana dal voto europeo, lo congeda con una bruciante ironia. La prima pagine parla a nome di tutta la Vienna che dolorosamente volta pagina, l’immagine del vicecancelliere è cancellata da un grande titolo: “C’era una volta”.

gv