Oltremare – Prove passate e future
Nelle ultime settimane abbiamo superato indenni ben otto giorni di Pesach, perché questo è stato di nuovo un anno in cui alla fine dei sette giorni di è piazzato il sabato, e quindi niente pasta o pizza per ulteriori 24 ore. Eroismo alimentare. Abbiamo sostenuto e poi pare ovviamente pagato il ricatto di Hamas (o di chiunque abbia indici con cui schiacciare bottoni che sparano missili da Gaza verso di noi), che ci ha rovesciato addosso centinaia di missili, ammazzando quattro persone, tutte al sud fra Ashdod e Ashkelon pochi giorni fa, ma sfido chiunque a ricordarsi esattamente quando, tale è l’abitudine. Realpolitik tutta israeliana. Siamo (tuttora) spettatori inermi di infinite prove di coalizione che solo uno scacchista geniale forse saprebbe seguire, e figurarsi noi cittadini non geniali, perduti nei meandri delle promesse a ogni partito e partitino. Deja-vu italico, ma vallo a spiegare in ebraico il trucco del pentapartito. Anche l’Eurovision è passata benino, incoronando definitivamente Tel Aviv a regina del divertimento e la tayelet, il suo lungomare, a indiscusso centro del mondo, e non abbiamo sofferto neanche tanto quando il cantante israeliano è arrivato fra gli ultimi nella competizione, perché una cosa noi israeliani sappiamo fare, ed è guardare in faccia la realtà: la canzone era soporifera, il cantante mediocre e il pianto liberatorio alla fine del brano non ha aggiunto nulla. Insomma, con una primavera così energetica, adesso bisognerà vedere se a metterci in difficoltà sarà più la prossima ondata di scirocco, oppure il piano di pace di Trump, entrambe cose tanto ineluttabili quanto stagionali.
Daniela Fubini
(20 maggio 2019)