La cerimonia – Ventura, un generale a Lahore

Nato a Finale Emilia nel 1794, Rubino Ventura fu un valoroso generale italiano alle dipendenze del maharaja di Lahore Ranjit Singh. All’età di 20 anni si arruolò come volontario nell’Armata d’Italia guidata dal Viceré Eugenio di Beauharnais, per poi tornare a Finale dopo la caduta di Napoleone. Perseguitato dalle autorità locali per le sue idee rivoluzionarie, dovette fuggire dalla sua città d’origine. Andò prima a Trieste e poi a Costantinopoli, quindi si distinse in Persia come ufficiale e addestratore dell’esercito dello Shah seguendo i metodi militari europei. Nel 1822 eccolo a Lahore, dove fu figura centrale dell’apparato per oltre un ventennio. Un eroe che non è stato dimenticato.
A Ventura è dedicato infatti il libro “Il generale Rubino Ventura. La straordinaria vita di un ebreo del Finale al servizio del maharaja Ranjit Singh”, curato dalla storica finalese Maria Pia Balboni (che è anche conservatrice del cimitero ebraico locale). In occasione della seconda edizione del volume, è stato scoperto un bassorilievo in suo onore sotto la targa esistente nella casa di Ventura nell’ex ghetto. Una targa offerta dalla comunità sikh, fatta fare in India su bozzetto di una scultrice emiliana, e alla cui scoperta hanno presenziato il presidente del CDEC Giorgio Sacerdoti, discendente di una famiglia di origine finalese, il sindaco Sandro Palazzi, il donatore della scultura Bobby Singh Bansal, il curatore del Museo di Lahore Anjum Jawaid.

(2 giugno 2019)