Roma – Quando il fumetto fa Memoria

Art Spiegelmann, con il celeberrimo Maus, ha aperto una strada: la difesa della Memoria può passare anche attraverso il disegno, l’immagine, l’arte che diventa tavola di un libro illustrato. Un linguaggio innovativo, per parlare in prima istanza a un pubblico di giovanissimi.
Coadiuvati dai loro docenti e con il coordinamento di Massimo Rotundo, disegnatore per Bonelli e Delcourt, gli allievi della Scuola Romana dei Fumetti, al termine di un percorso storico-didattico dedicato, hanno realizzato 60 illustrazioni che a partire da domani saranno svelate alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah di Roma, sotto il titolo “I Segni della Shoah” (inaugurazione alle 17, saluti istituzionali dalle 18). Una mostra in cui le tecniche di disegno e di pittura tradizionali sono state applicate per illustrare i drammatici eventi della perseecuzione e trasmetterne un ricordo filtrato dalla sensibilità personale. Opere quindi che rievocano la storia, ma più che da un punto di vista documentaristico, nascono dalla espressione individuale di chi si confronta, oggi, con la Shoah.
Le pareti della Fondazione, annuncia lo staff, vedranno così “l’alternanza di volti segnati, di mani imploranti e di personaggi in trappola, che narrano le loro storie in una serie di ‘flashback figurati’, episodi che richiamano frammenti di esistenze interrotte ormai ottant’anni fa”. Sequenze di illustrazioni e di tavole a fumetti che propongono una realtà trasfigurata, “ma immediatamente riconoscibile”.

(4 giugno 2019)