Ticketless – L’anguria di Cases

alberto cavaglionTutti gli anni, in giugno, quando mi capita di mangiare la prima fetta di anguria, il pensiero corre a Cesare Cases e al memorabile attacco del suo saggio “Che cosa fai in giro?”, pubblicato nel numero sul 1938 del “Ponte” che poche settimane fa mi è capitato qui di ricordare: “Alla mia bambina, ghiotta di angurie, mia moglie ha comprato come primizia un’anguria israeliana. Ne metto in dubbio la qualità, e la bambina, che la trova buona, protesta: “Ma papà, il tuo antisemitismo si estende fino alle angurie?”
Cases aveva radici mantovane e dunque non soltanto di angurie (e di antisemitismo) si intendeva parecchio, ma questo saggio va oltre la storia degli ebrei (delle cucurbitacee). È un piccolo gioiello di scrittura che mette a punto questioni oggi ritornate di attualità oltre a fornire deliziosi miniritratti di Gadda e Franca Valeri. A cura di Luca Baranelli per le edizioni dell’Asino quel saggio vede ora la luce in un libretto a sé dalla raffinata veste editoriale. Una scelta felice ed opportuna: “Ebrei o meno, siamo tutti superflui; il Belli direbbe che siamo quotati a pesci di frittura”. Una ventina di pagine, una manciata di euro che valgono un tesoro.

Alberto Cavaglion

(12 giugno 2019)