“L’Europa si passi la borraccia”

“Tra i contributi più interessanti che ho letto del post-elezioni c’è stata sicuramente l’intervista di Angela Merkel alla CNN, con le sue preoccupazioni per l’odio e l’antisemitismo crescente e per questa deriva di estrema destra. Devo ammettere, purtroppo, che sono ancora un po’ malata di Germania: è una malattia da cui non si guarisce mai. L’azione politica della cancelliera tedesca però, in questi anni, l’ho decisamente ammirata. E in quella intervista, negli argomenti sollevati e nel modo in cui essi sono trattati, ho trovato più di una conferma”. A parlare è Liliana Segre, Testimone della Shoah e senatrice a vita, che raggiungiamo tra molti impegni. L’incontro con l’insegnante e con gli studenti palermitani che hanno accostato il decreto sicurezza alle Leggi razziste suscitando un polverone, una conferenza al Senato sui militari ebrei traditi nel ’38, diversi impegni pubblici che da oltre un anno scandiscono la sua intensa quotidianità.
“Sono un po’ stanca, ma per voi ci sono sempre” afferma la senatrice, che oltre a ripercorrere con estrema lucidità il suo passato è anche un’attenta osservatrice del presente e una costruttrice di pilastri educativi rivolti al futuro. Un tutt’uno inscindibile e strettamente legato anche alla posta in gioco dell’unità europea.
“Sul concetto stesso di Europa unita ho sempre avuto poca fiducia, a causa di quei sentimenti nazionalistici che da sempre costituiscono una minaccia. Bisogna comunque che questo valore sia sempre più forte e radicato. L’unione fa la forza – sostiene – è un vecchio detto che vale sempre”. L’Italia poi, aggiunge, “mi appare di una debolezza tale che se un giorno sventurato dovesse uscirne sarebbe un disastro”. Non uno scenario impossibile, per la Testimone, “come dimostra il fatto che si ignorino gli appelli per tenere i conti in ordine”.
“Questa deriva di destra cui assistiamo un po’ ovunque – sottolinea ancora – tende a ripresentarsi con tutti gli effetti che abbiamo già visto. Viene presentata come una grande novità politica, ma in realtà è qualcosa di già visto: la voglia di fascismo, di nazismo, di sovranismo, in alcuni non se ne è mai andata. Solo che adesso, sdoganato un po’ tutto, parlare di questi argomenti è più facile. Non se ne ha più vergogna”.
La preoccupazione è che questo fenomeno sia ben lontano dalla sua fase apicale. “Stanno venendo allo scoperto delle cose ma siamo solo all’inizio. Non sono ottimista, il peggioramento è progressivo. Non so fino a che punto si potrà arrivare, non ho una palla di cristallo. Ma i segnali sono brutti”.
In questo quadro desolante confessa di aver poche figure politiche di riferimento. Solo una con cui è in sintonia totale. E cioè il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha da poco accompagnato in visita al Memoriale della Shoah milanese (“Era un anno che lavoravo per questo obiettivo, è stata una grande soddisfazione”).
Per concludere con un messaggio positivo, la senatrice prende spunto da uno dei grandi eventi sportivi di primavera, il Giro d’Italia, e da una immagine che ha fatto il giro del mondo: Francisco Ventoso che passa la borraccia all’avversario Vincenzo Nibali che l’ha da poco raggiunto. Un momento che ad alcuni, come Segre, ha ricordato il celeberrimo precedente del ‘52 con Coppi e Bartali protagonisti. “Un’immagine che dà speranza. Questa – conclude – è l’Europa che vorrei”.

Adam Smulevich

(16 giugno 2019)