Patetici
Non c’è nulla di più patetico di una minaccia con la pistola scarica. Sembra proprio quanto abbia fatto in questi giorni il Vicepremier Di Maio, che crede di fare pressioni ad una nota azienda in procinto di spostarsi dall’Italia ritirandole 15 milioni di euro, quando solo in Italia la stessa azienda ne ha investiti decine e decine. Forse bisognerebbe spiegare al capo politico 5S a quanto ammontino i bilanci delle aziende internazionali. C’è poi la pateticità del premier Conte, che prima si rivolge alla nazione per minacciare i suoi due vice di un suo abbandono del governo, poi indietreggia di un passettino al giorno, constatato che ai due (ma soprattutto ad uno) non frega nulla di sue eventuali dimissioni. Poi c’è Salvini (l’uno di cui sopra) che minaccia l’Europa, che ancora una volta vota compatta contro di lui. Tra poco sarà forse il momento dell’economista Bagnai, che aggiunge patetico al patetico con la sua arroganza di professorino universitario. Piccoli patetici da commedia dell’arte italiana, che, però, nascondono la più grande delle pateticità del nostro tempo: pensare che la piccola dimensione nazionale possa affrontare problemi per loro natura trasnazionali. Whirlpool insegna.
Davide Assael, Presidente Associazione Lech Lechà
(16 giugno 2019)