Oltremare – Terra

daniela fubiniIn Israele la terra è ovunque, e non credo proprio che i padri fondatori si rendessero conto di quanto questa frase abbia mille diversi significati. Di certo, non ne avevano idea i sionisti originali, quelli che dagli shtetl o dalle città europee sognavano “Erez Israel”, la Terra d’Israele, e ci componevano sopra canzoni, poemi, preghiere, inni e pamphlet politici. Perchè una cosa loro non l’avevano mai posseduta, ed era proprio la terra. Il senso di tutto quel sionismo a secco, senza ancora uno stato o nemmeno grandi insediamenti nell’antica Israele rinnovata, lo si vede fino ad oggi quando si vola El Al e all’atterraggio si scopre che alcuni fra i passeggeri sono nuovi immigrati, perché all’arrivo, contro ogni raziocinio e senso dell’igiene, si inginocchiano fino a baciare la terra. Cioè in realtà baciano (spero per finta) quello spazio di strada nell’aeroporto in cui l’aereo si è parcheggiato, proprio davanti alla scaletta per salire al controllo passaporti. Ora, se io fossi l’Agenzia Ebraica farei dei buchi nel manto stradale perchè quelli che proprio vogliono possano almeno baciare della terra, e non un numero imprecisato di strati di bitume. Ma indipendentemente da ciò, da quel bacio in poi, i nuovi immigrati vedranno molta più terra di quanta ne abbiano mai vista nel paese d’origine. I lavori in corso in tutto il paese espongono costantemente la terra sottostante. Se vivranno in un kibbutz o moshav, e non importa se ancora duro e puro o privatizzato, se ricco o povero, la terra farà parte di ogni accaldata decisione collettiva e famigliare: quanta ne tocca a ciascuno, e per farne cosa. E soprattutto, se mai andranno in gita (e in Israele non andare mai in gita equivale a mangiare a kippur, non si fa), passeranno serate a scartavetrare le scarpe da ginnastica perchè per motivi a me ancora ignoti qui la terra che si raccoglie camminando fuori città si attacca alle suole come nemmeno le cozze agli scogli. Quindi tranquilli, il sionismo è salvo: non importa quanto noi si sia oggi attaccati alla Terra d’Israele, è la Terra d’Israele ad attaccarsi a noi, per sempre.

Daniela Fubini

(17 giugno 2019)