Un compito da assolvere
L’Unione informa del 12 giugno riferisce circa il recente convegno in cui gli avvocati milanesi hanno ricordano con dolore i 106 colleghi e colleghe esclusi dalla professione in quanto ebrei in applicazione delle Leggi razziste, con un qualificato convegno dopo il quale è stata scoperta una targa commemorativa nell’atrio centrale del Palazzo di Giustizia di Milano, col determinante contributo dell’Associazione Italiana Avvocati e Giuristi Ebrei, rappresentata al tavolo dei relatori dal suo presidente Giorgio Sacerdoti.
A questo insigne studioso, Giorgio Sacerdoti, ci rivolgiamo in questa sede per chiedere che la sua sapienza ed il suo alto magistero possano illuminare l’ebraismo italiano affinché si passi dalle parole ai fatti, aggiornando l’ordinamento giuridico italiano affinché la tutela degli ebrei corrisponda alla quantità e qualità delle insidie che deve affrontare. Un ordinamento segnato da obsolescenza e ritardi che soltanto un uomo della sua straordinaria levatura scientifica e umana può far evolvere.
L’ebraismo italiano volge lo sguardo al passato per onorare la memoria delle vittime, mentre in modo speculare una parte della società italiana lo volge, sempre al passato, per rivalutarne i responsabili. Sarà necessario un cambio di passo culturale, che però chi scrive non riesce – per sue mancanza – nemmeno ad intravedere, in un gioco inquietante fra condanne e rivalutazioni, che corrispondono puntualmente al declino generale, e non è un caso che nello stesso notiziario, Riccardo Franco Levi, Presidente degli editori si riferisse, con altre parole, al mentovato declino.
Questa, in tesi, dovrebbe essere ed è, la missione del giornalismo ebraico, che meriterebbe una maggior attenzione ed un maggior riguardo.
Emanuele Calò, giurista
(18 giugno 2019)