Uscire dalla crisi

ccccSiamo testimoni in questi giorni di vari interventi, d’attacco e di difesa, sul rabbinato italiano, sul suo impegno e sulla sua attività. Le modalità dell’attuale ‘dialogo’ a distanza offrono troppo spazio alle polemiche e alle affermazioni sopra le righe. La personalizzazione delle discussioni, oltretutto, si limita a inasprire il dibattito e a rendere più difficile convergere anche solo sul riconoscimento del problema.
Di rabbinato e Comunità si è parlato agli Stati Generali dell’ebraismo italiano a inizio novembre scorso, a Roma. Quella, in verità, sembrava una sede forse più adatta ad affrontare preliminarmente le problematiche dell’ebraismo italiano. Solo che ne fosse seguito un dibattito in sedi opportune e con adeguata preparazione. Non lo si è fatto e probabilmente non lo si farà. Eppure, poiché i nodi non mancano e le tensioni pure, sarebbe utile a tutti non tanto un inutile confronto a fini di polemica quanto un tavolo di discussione in cui tutti trovino il coraggio di assumersi le loro rispettive responsabilità nello sforzo di individuare soluzioni condivise.
La sfida è sempre davanti a noi. Se qualcuno, fra i responsabili ‘laici’ e quelli ‘religiosi’, avrà la forza e l’umiltà di fare il primo passo per affrontare tutti insieme la crisi, allora questo nostro ebraismo avrà forse una possibilità minima di uscirne. Altrimenti ce ne staremo a guardare passivi lo sfilacciamento e il degrado.
Alla fine, poi, sapremo chi dovremo ringraziare. E non sarà una sola categoria.

Dario Calimani, Università di Venezia

(18 giugno 2019)