Il Mediterraneo visto da Malta
A Malta, dove mi trovo per seguire nuovamente le rotte dei migranti, numerose persone portano un cognome ebraico, si incontrano spesso turisti israeliani, e si parla una lingua semita imparentata con l’arabo della Tunisia. I centri abitati sono per lo più uniti in un’unica grande conurbazione che ricorda un po’ la Sicilia e le caotiche periferie delle città del Medio Oriente, il tutto amalgamato da uno stile coloniale brittanico. Quest’isola inedita alle porte dell’Europa è in bocca a molti politici, ma nel contempo resta per lo più sconosciuta. Malta è un ingresso e un’uscita, un luogo d’incontro e di scambio per popolazioni disparate, per alcuni può anche diventare un piccolo spazio senza via di fuga. Guardando il Mediterraneo da queste coste brulle cerco invano di intravedere la Sicilia, il Maghreb, o persino la Grecia, non riuscendoci non mi viene altro che ricordare quella berachà che finisce con “Sh’asah et haYam haGadol”.
Francesco Moises Bassano
(21 giugno 2019)