Il mattino dei maghi
Nel 1960, Louis Pauwels e Jacques Bergier pubblicano, con Gallimard, Le Matin de magiciens (in Italia: Il Mattino dei Maghi). Un libro affascinante (uno degli autori era un ebreo di Odessa, che francesizzò il cognome Berger) che ebbe una larghissima diffusione nel mondo. Si sosteneva che vi fosse stata sulla terra una civiltà assai avanzata e assai (diciamo) scomparsa. Sull’enciclopedia Treccani, un grande divulgatore italiano (Piero Angela) replicò a queste tesi, sostenendo che se così fosse stato, negli scavi si sarebbe trovato qualche ammennicolo moderno al posto di utensili rudimentali. Chissà perché, mi vien da pensare al Portrait of Jennie, di Robert Nathan, che ebbe anche una fortunata trasposizione cinematografica con Jennifer Jones e Joseph Cotten, dove dominano il mistero e la magia.
La prosa del Mattino dei Maghi era superba e l’opera era tutt’altro che dozzinale. In seguito, non è stato facile trovare una continuità qualitativa in un filone che, però, è assai prosperato. Per esempio, abbiamo la Flat Earth Society, i terrapiattisti, che mantengono viva la fiammella della ragione. Coloro i quali, contro ogni evidenza scientifica, insistono a vaccinare i loro figli, sostenendone l’utilità, se fossero premurosi nei riguardi dei fanciulli, dovrebbero contribuire a costellare di ringhiere i confini della piattissima terra, per evitare che precipitino nel vuoto.
Non so se i terrapiattisti sostengano anche che, in Medio Oriente, basterebbe che gli ebrei fossero buoni per raggiungere la pace; perlomeno buoni quanto chi rischia di slogarsi i polsi a forza di firmare quei manifesti e petizioni che finora hanno consentito di salvare tante vite e di rendere la pace una mera formalità.
Il pensiero magico ormai ha persuaso un po’ tutti; non serve più combattere l’antisemitismo, ma basta registrarlo, non occorre ammodernare il sistema, ma basta incolpare qualcheduno. Su Moked del 12 marzo 2019 avevamo discorso del libro di Ben Novak sulla logica abduttiva, materializzatasi da ultimo nel pensiero di studiosi sia probabili che improbabili. Ormai, sugli schermi, dei personaggi bizzarri si avvicendano con personaggi mediocri, nell’ambito di un inarrestabile declino. Giorni addietro ero a Bruxelles, nell’ambito di una manifestazione organizzata da una categoria professionale francese, e vedevo un altro entusiasmo e un’altra voglia di fare. A questo dovrebbe servire l’Europa: a cercare le novità ed a confrontarsi. Ad esempio, in Danimarca, vince la sinistra, la quale però si pone il problema del controllo delle migrazioni. Da noi, non si menziona mai la c.d. Direttiva rimpatri 2008/115/CE, perché è tutto un trionfo di slogan contrapposti. Nel crollo della logica, continua la contrapposizione tra fascisti e antifascisti; Roberto Lucifero, nel suo intervento dl 4 maggio 1947 all’Assemblea Costituente, asseriva che “la Costituzione dovrà essere e deve essere non antifascista soltanto ma qualche cosa di più: dovrà essere afascista. Il fascismo non ci deve più entrare né in forma positiva né in forma negativa. Il fascismo deve essere cancellato…” Settantadue anni dopo, quella contrapposizione esiste ancora. Poi, però, non vi meravigliate; in fondo, è tutto pensiero magico.
Emanuele Calò, giurista