Premio Strega, vince Scurati
“Il mio romanzo non è un romanzo schierato, un’opera militante, non è letteratura engagé del secolo scorso. Ma nel progetto globale ho avvertito fortissima la responsabilità civica ed etica di scriverlo. L’antifascismo non è una forma di militanza, ma di civismo, di convinta adesione ai valori della democrazia a prescindere dagli orientamenti e dalle declinazioni politiche di chi la incarna”, così Antonio Scurati in un’intervista al Mattino dopo la vittoria di ieri con il conferimento del Premio Strega al suo M (Bompiani), romanzo storico dedicata al fascismo. Il Corriere riporta la dedica di Scurati dopo l’annuncio dello Strega: “Dedico la vittoria ai nostri nonni e ai nostri padri, che furono prima sedotti e poi oppressi dal fascismo, soprattutto quelli che tra loro trovarono il coraggio di combatterlo armi alla mano. Vorrei dedicare il premio anche ai nostri figli, con l’auspicio che non debbano tornare a vivere quello che abbiamo vissuto cent’anni fa, in modo particolare a mia figlia Lucia”.
Putin in Italia per parlare di Libia e liberarsi della sanzioni. Nella sua visita lampo in Italia, il presidente russo Putin ha incontrato, in ordine, Bergoglio, Mattarella e Conte. Tema principale, la Libia: “unire gli sforzi per far cessare i combattimenti, riavviare il dialogo, aiutare il popolo libico a ristabilire lo Stato”. La richiesta di Putin secondo cui centinaia di combattenti islamici, provenienti dalla Siria, stanno affluendo in Nord Africa. Nuova benzina sul fuoco della guerra civile, scrive il Corriere. Si è parlato anche delle sanzioni comminate dall’Ue alla Russia, in particolare dopo la sua azione in Ucraina: Conte, scrive Repubblica, ha spiegato che l’Italia lavora perché sia possibile superare questo stato di rapporti che non fa bene alla Russia, all’Ue e neppure all’Italia. Una posizione che il presidente russo ha detto di apprezzare.
Il nuovo Alto rappresentante degli Esteri Ue, l’Iran e Israele. Decisamente inquietanti le dichiarazioni del futuro capo della diplomazia Ue Joseph Borell sui rapporti con l’Iran. Un giornalista di Politico chiede se gli Stati Uniti non abbiano ragione sulla pericolosità del regime di Teheran, visto, tra le altre cose, l’aver giurato di voler distruggere Israele. Borrell risponde: “Non siamo bambini che seguono quello che dicono (gli americani). Abbiamo le nostre prospettive, i nostri interessi e la nostra strategia e continueremo a lavorare con l’Iran. Sarebbe molto negativo per noi se continuasse a sviluppare un’arma nucleare….. L’Iran vuole spazzare via Israele; non c’è nulla di nuovo in proposito. Dobbiamo conviverci”.
Milano, giovani neofascisti sotto inchiesta. Rintracciati gli autori di scritte minatorie antisemite, neonaziste e omofobe comparsi sui muri del classico Parini e dell’istituto Severi Correnti. Sono tre studenti, un 16enne e due 17enni, denunciati dalla polizia per “deturpamento e imbrattamento di cose altrui con l’aggravante della discriminazione e odio etnico” (Corriere Milano).
La capa di Facebook. Ampia intervista sul Venerdì di Repubblica a Sheryl Sandberg, numero due di Facebook. Tra i temi trattati, il ruolo delle donne nel mondo dell’imprenditoria, il movimento metoo, il social network e la violazione della privacy (argomento trattato con una certa cautela dalla rivista). Nella biografia, il Venerdì ricorda che Sanders è nata a Washington il 28 agosto del 1969 in una famiglia ebrea. Ha frequentato l’Harvard College dove, nel 1991, ha conseguito un bachelor in Economia. Da Harvard, Lawrence Summers la porterà con sé alla Banca Mondiale e poi alla Casa Bianca, chiamato dal presidente Bill Clinton per fare il segretario al Tesoro”.
Il designer di New York. Sempre sul Venerdì, lunga intervista al designer Milton Glaser, papà del logo I love NY e fondatore di New York magazine. “Sono cresciuto nelle United Workers Cooperatives, nel Bronx, dove ho imparato a disegnare. – racconta – I miei maestri sono stati i comunisti del pianerottolo. Nell’edificio c’erano italo-americani, irlandesi, attivisti che parlavano di politica in yiddish. Noi ebrei eravamo l’incarnazione del progresso, del volersi battere a tutti i costi”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked