Pagine Ebraiche – Dossier Laicità
L’Italia e le tutele a rischio

Schermata 2019-07-08 alle 13.33.08L’Italia è un Paese laico nel senso pieno e autentico del termine? Un Paese in cui a tutti i cittadini, a prescindere dalle appartenenze identitarie e religiose, sono garantiti gli stessi diritti e lo stesso trattamento? Un Paese in cui non ci sono religioni di Serie A e altre di Serie B (o persino peggio)? Alcune recenti intemperanze da parte di esponenti delle istituzioni, in particolare del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che nel corso di una conferenza stampa post-elettorale ha affidato l’Italia e l’Europa al “cuore immacolato di Maria”, hanno riacceso il dibattito. Un argomento di stretta attualità, quindi, che abbiamo analizzato qualche settimana fa in una inchiesta pubblicata sui notiziari quotidiani UCEI.
Lanciava nell’occasione l’allarme rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova e assessore al Culto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che definiva le uscite del ministro “un segnale preoccupante, perché da un rappresentante del governo è lecito aspettarsi un saldo impegno a favore della laicità”. Per poi aggiungere: “I messaggi religiosi hanno un valore se sono declinati a un livello elevato, se sollecitano un senso di responsabilità, una maturità, delle scelte di un certo tipo”. In ogni caso, sottolineava, “non sono affare dei leader politici”.
Pure rav Joseph Levi, già rabbino capo di Firenze e attuale presidente della scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso, si diceva turbato: “La laicità istituzionale è garantita dalla Costituzione e non può né deve essere messa in discussione. Offre infatti una casa comune a minoranze diverse nelle loro credenze e sensibilità”. Si chiedeva inoltre Marco Cassuto Morselli, presidente della Federazione delle Amicizie ebraico-cristiane in Italia e curatore del volume di recente uscita La Bibbia dell’amicizia, commento alla Bibbia scritto a più mani da ebrei e da cristiani: “L’Italia è uno Stato confessionale o laico?”. Per poi rispondersi: “Nessuno, nell’intero arco di storia repubblicana, ha voluto chiarirlo. L’eterno dibattito sul crocefisso nei luoghi pubblici ne è una conferma”.
Nell’Italia di oggi cosa significa dirsi laici e perché difendere la laicità delle istituzioni è una sfida fondamentale per il futuro della nostra società e la tenuta dei suoi valori democratici? Sono tante le voci a portare un contributo e uno spunto di riflessione in questo nuovo approfondimento. Giuristi come Giorgio Sacerdoti, presidente della Fondazione Cdec e dell’Associazione Italiana Avvocati e Giuristi Ebrei; Giulio Disegni, vicepresidente UCEI, e Davide Jona Falco, Consigliere dell’Unione. Ma anche figure esterne al mondo ebraico che al tema della laicità hanno dedicato molti impegni, come l’ex ministro Valdo Spini, lo storico e saggista Massimo Teodori, lo studioso della Chiesa Alberto Melloni. Con uno sguardo inoltre alla dinamica realtà di Israele, società in cui le prospettive demografiche sono particolarmente sotto osservazione da parte dei decisori, alle prese con un difficile incastro e con alcuni problemi aperti relativi alla tutela di chi non è o non si riconosce in quanto ebreo.
Una riflessione plurale a 30 anni da un atto parlamentare rilevante per l’ebraismo italiano: i 30 anni dalla conversione in legge delle Intese siglate nel 1987 tra l’allora Unione delle Comunità Israelitiche e lo Stato. Un anniversario cui sarà dedicato un qualificato convegno autunnale, con tutta probabilità a Firenze, su iniziativa proprio dell’associazione che rappresenta avvocati e giuristi di questa minoranza. L’occasione per rievocare il clima di quei mesi, la mediazione che precedette la stipula dell’accordo e alcune fondamentali figure che ne furono all’origine. Tra cui, da poco scomparso, l’ex presidente dell’Unione Vittorio Ottolenghi (che fu membro della Commissione giuridica incaricata di trattare con i rappresentanti del governo). Rievocazione di scelte che hanno fatto la storia e uno sguardo rivolto al presente e al futuro. Uno sguardo a tratti inquieto, ma sempre consapevole dell’importanza della posta in gioco

Adam Smulevich, Dossier Laicità – Pagine Ebraiche Luglio 2019