Oltremare – Strade bloccate
È ufficiale, il metodo preferito dagli israeliani per manifestare per una causa adesso è bloccare tutte le possibili arterie del traffico automobilistico e immobilizzare il paese intero. Ci vogliono un numero minimo di manifestanti, visto che Israele è più piccola di un carrarmatino da risiko, e le arterie di cui sopra sono in tutto dieci o dodici. Il metodo è semplice: i manifestanti entrano a piedi in autostrada e non se ne vanno. La cosa strana è che fino a pochi anni fa, quando per un’intera estate ogni sabato sera si era manifestato contro il carovita, le manifestazioni avevano la stessa dinamica di quelle che si vedono in Europa, e cioè erano mobili. Si andava a piedi con striscioni o cartelli o anche senza da un punto ad un altro della città, con la polizia che fermava il traffico delle strade che il serpentone incrociava, ad un certo punto ci si fermava, c’era un palco oppure no, ma comunque qualcuno con un microfono o un megafono diceva delle cose, la folla rispondeva applaudendo, si cantavano slogan, poi si tornava tutti a casa contenti o no, e la mattina dopo la polizia dava numeri di partecipanti molto più piccoli di quanto ci si aspettava. Poi i disabili l’anno scorso hanno iniziato a bloccare incroci per protestare contro il mancato aumento della pensione di invalidità, bassissima, mettendosi di traverso sulle sedie a rotelle, e tutto il formato del manifestare ha preso una dinamica nuova. La settimana scorsa la stessa tecnica, senza sedie a rotelle, è stata adottata dagli ebrei di origine etiope, furiosi per un nuovo caso di grilletto facile e di giovane etiope morto, caso ancora sotto indagine. E questa settimana hanno iniziato a bloccare strade anche i genitori di bambini degli asili nido, preoccupati per la mancanza di controlli e sicurezza per i bambini nelle strutture private. Se continua così sarà una lunga estate sulle strade, meglio mettere in macchina bottiglie d’acqua, barrette energetiche che non temano il caldo, e una bella dose di pazienza.
Daniela Fubini